Finanza & Mercati

Waste Italia verso l’aumento da 30 milioni

  • Abbonati
  • Accedi
Obbligazioni

Waste Italia verso l’aumento da 30 milioni

  • –Giovanni Vegezzi

Un aumento di capitale pari al doppio della capitalizzazione e un nuovo piano industriale per sedersi al tavolo dei creditori a rinegoziare un bond che sta affossando i conti del gruppo. Waste Italia prova a riemergere dopo i conti 2015 che vedono 39 milioni di perdite (rispetto al rosso di 29,5 milioni del 2014), su un fatturato di 133 (raddoppiato rispetto ai 64 milioni dello scorso anno), e un Ebitda comunque in forte crescita 36,5 (23,4 milioni nell'esercizio precedente).

«Il 2015 è stato per noi un anno difficile. Le dimissioni di Giuseppe Chirico da a.d. hanno creato difficoltà gestionali che hanno avuto un impatto sulla marginalità. Questa rimane ampiamente positiva ma ben lontana dai 55 milioni previsti, portando a una svalutazione importante degli avviamenti – spiega a Il Sole 24 Ore l’azionista di maggioranza Pietro Colucci .- Inoltre il conferimento delle energie rinnovabili a Innovatec ha lasciato ancora degli asset da dismettere gravati da debito. Infine scontiamo gli oneri finanziari del bond da 200 milioni lanciato nel 2014 per ripagare le banche italiane e per chiudere l’acquisizione di Geotea in Liguria. Con questa obbligazione siamo partiti ad aprile 2014 quando si vendeva qualunque cosa a qualunque prezzo e ci siamo trovati a chiudere a novembre con uno scenario mutato, pagando il calice amaro di un tasso del 10,5%».

Ora Waste ripartirà dalle trattative con i bondholders, per il 75% fondi americani come Oak Tree e Pioneer, per il resto europei (fra cui assicurazioni come Axa e Cattolica). «Il tavolo è quasi aperto, contiamo di chiudere le trattative per ricontrattare termini e scadenze entro ottobre, nel peggiore dei casi a fine anno – aggiunge - Abbiamo un nuovo a.d., Flavio Raimondo e presenteremo un nuovo piano con un fatturato per il 2016 in linea con l'attuale e un recupero di marginalità. Per l'esercizio in corso non ci dovrebbero essere altre svalutazioni, il problema da affrontare rimangono gli oneri finanziari che pesano per oltre 22 miloini. Se la rinegozazione avesse successo spero che la società possa tornare all'utile nel 2017» .

Alla riuscita della ristrutturazione del bond è subordinata anche la fusione prevista con Biancamano, altra azienda del settore rifiuti appesantita dai debiti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA