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La bolla globale dei bond a tassi negativi sfiora i 10mila miliardi di dollari

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paradossi di politica monetaria

La bolla globale dei bond a tassi negativi sfiora i 10mila miliardi di dollari

Il controvalore dei titoli di Stato che trattano a tassi negativi, cioè che non offrono alcuna remunerazione all’investimento ma anzi comporano una commissione a chi li detiene, ha toccato quota 9mila e 900 miliardi di dollari. La stima è contenuta in un recente report dell’agenzia di rating Fitch.

Nel documento si mette poi in evidenza come in media questo enorme ammontare di titoli obbligazionari tratti ad un rendimento negativo dello 0,24 per cento. Questo significa che, complessivamente, gli investitori che li detengono devono sottostare ad un costo che si può stimare nell’ordine dei 24 miliardi di dollari l’anno. Un paradosso se si pensa che, in genere, chi investe in titoli obbligazionari lo fa per avere una remunerazione del proprio capitale sotto forma di interessi. Un paradosso ben noto agli investitori, che in questi anni hanno dovuto fare i conti con questa novità frutto della decisione di molte banche centrali in tutto il mondo (Bce e Bank of Japan su tutte) di portare in negativo i tassi sui depositi per stimolare la ripresa dell’economia e dell’inflazione.

Come tutte le medicine tuttavia anche la politica ultraespansiva ha i suoi effetti collaterali. Uno di questi è appunto il fatto che, su una fetta consistente di titoli obbligazionari, non ci sia appunto alcun guadagno bensì una perdita. Significativo a questo riguardo è il confronto che gli analisti di Fitch fanno con gli anni passati. Se questo stock di debito, invece che ad un tasso negativo dello 0,24%, trattasse ai livelli medi del 2011 (1,23%) invece che una perdita di 24 miliardi ci si troverebbe a incassare un guadagno netto annuo di 122 miliardi di dollari.

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