ROMA
«Assolutamente no. Non sono preoccupato» per le indagini che la Procura di Arezzo sta svolgendo nei confronti di Banca Etruria. Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas risponde con serenità a chi gli chiede un commento su notizie di stampa secondo le quali tra le ipotesi dei magistrati ci sarebbe anche l’approvazione da parte della Consob di un prospetto incompleto.
Così, a margine di un incontro con gli studenti del Liceo classico Parini di Milano, Vegas tiene a sottolineare: «Abbiamo fatto il nostro dovere, stiamo verificando ciò che è successo in fase di collocamento» delle obbligazioni subordinate e «non sono escluse sanzioni nei confronti della banca». Non è una notizia nuova; già nel corso dell'incontro con il mercato, tenutosi a Milano lunedì scorso e ancora prima durante un’audizione in Parlamento del 12 aprile Vegas aveva affermato di avere in corso accertamenti sulla correttezza dell'operato dei funzionari delle quattro banche andate in default e poste in risoluzione il 22 novembre del 2015.
ROMA
Come si sa, i tempi dell'accertamento per verificare se vi sia stato un misselling sono lunghi e l'autorità di controllo sui mercati, che è tenuta al segreto d'ufficio, non può rivelare in anticipo se un accertamento si concluderà con delle contestazioni, che sono l'inizio del procedimento sanzionatorio.
E tuttavia ieri Vegas ha significativamente ricordato che <la Consob ha sempre avuto la massima collaborazione con le Procure e la Guardia di Finanza, è giusto che raccolga tutto ciò che deve» lasciando intendere che proprio l'attività di vigilanza dell'organismo di controllo dei mercati possa aver agevolato l'iniziativa delle Fiamme gialle. Il punto centrale, infatti, sono i comportamenti dei funzionari di banca, e Vegas lo ha ribadito ieri: «Il problema vero sta nel collocamento. I prospetti hanno numerose criticità e noi abbiamo messo in campo diverse iniziative, ma il problema non è il prospetto in sè ma come vengono collocati i titoli», ha concluso. In altri termini, il problema numero uno è il rispetto delle regole di condotta nel collocamento e quel che in tempi oramai abbastanza veloci risulterà verificato è se vi siano state violazioni della normativa Mifid così come essa è attualmente regolata dall'articolo 21 del Testo unico della finanza. Se siano stati cioè “taroccati” i profili Mifid dei risparmiatori.
D'altra parte, proprio nell'implicita assunzione che i casi di misselling vi siano stati il governo ha appena varato con il decreto banche una soluzione per venire incontro ai risparmiatori in posizione più vulnerabile, con un meccanismo in larga parte automatico per offrire un ristoro ai risparmiatori, che verrà finanziato con le risorse del Fondo interbancario di garanzia .
Di certo, l'entrata in vigore del bail in e gli eventi legati alla risoluzione dei quattro istituti di credito hanno rimesso al centro della riflessione il tema della trasparenza e della completezza delle informazioni che devono accompagnare un prodotto finanziario. Così da parte dei consumatori si torna a chiedere, ad esempio, il ripristino dell'indicazione degli scenari di probabilità. Secondo Adusbef e Federconsumatori essi rappresenterebbero «l'unica garanzia contrattuale nel delicato settore dei prodotti finanziari, che offre al risparmiatore-sottoscrittore, quali siano le possibilità di guadagno o di perdita del proprio investimento».
© RIPRODUZIONE RISERVATA