
Il contesto difficile, con tassi di interesse sottozero e mercati turbolenti, e i costi "di sistema", sostenuti da tutti gli istituti sotto forma di contributi al Fondo di risoluzione, pesano sui conti delle banche italiane nel primo trimestre del 2016, mettendo sotto pressioni i ricavi e comprimendo i margini di redditività. A migliorare è invece la qualità del credito: scendono le rettifiche (salvo casi specifici come il Banco Popolare, chiamato a nuove svalutazioni per allinearsi ai - severissimi - parametri imposti dalla Bce in vista della fusione con Bpm) e si riduce lo stock complessivo dei deteriorati, grazie anche alle cessioni di portafogli in sofferenza. Strategia, quest'ultima, su cui gli istituti promettono di continuare a concentrarsi nei prossimi mesi, anche alla luce dell'opportunità rappresentata dalla presenza sul mercato di un player come il fondo Atlante. Nonostante il "calcio d'inizio" rappresentanto dalle nozze Banco-Bpm, appare invece ancora tutto fermo sul fronte del consolidamento del settore: molti istituti confermano la disponibilità a valutare aggregazioni, ma sono anche lesti a negare di avere al momento qualsiasi dossier concreto sul tavolo.
UniCredit: utile sopra le attese e niente aumento di capitale
L'istituto guidato dall'a.d. Federico Ghizzoni ha chiuso il trimestre con un utile netto di 406 milioni, in calo del 20,8% rispetto allo stesso periodo del 2015, ma superiore ai 379 milioni previsti dal consensus degli analisti. Escludendo le «componenti non ricorrenti legate agli oneri di ristrutturazione in Austria e Italia» l'utile sarebbe stato di 640 milioni. Il totale dei ricavi e' sceso del 4,7% a 5,48 miliardi, con interessi netti a 2,9 miliardi (-2,9%) e commissioni nette a 1,9 miliardi (-3,4%). In calo del 3,7% a 3,3 miliardi i costi operativi, per un rapporto cost/income salito al 60,1%. Nel trimestre sono scese del 22,9% annuo le rettifiche su crediti, a 755 milioni. Scende lo stock di crediti deteriorati lordi: -5,1% a 79 miliardi, mentre il tasso di copertura delle sofferenze nette è al 61%, livello che Ghizzoni definisce «il più alto tra le banche italiane». Quanto alla solidità patrimoniale, a fine trimestre il coefficiente Cet1 fully loaded è pari al 10,85%, in calo di 9 punti base rispetto a fine 2015 ma in miglioramento di 75 punti base rispetto a marzo dell'anno scorso. Numeri che hanno spinto Ghizzoni a escludere ancora una volta ogni necessità di aumento di capitale.
Intesa Sanpaolo: rettifiche su crediti ai minimi dal 2011
Risultati superiori alle previsioni del mercato per Intesa Sanpaolo: nel trimestre l'utile è stato di 806 milioni, in calo del 24,2% rispetto agli 1,06 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno e a fronte dei 13 milioni del quarto trimestre 2015. Sui numeri ha pesato il contributo ordinario al Fondo di risoluzione per il 2016, che è stato spesato nei conti della prima parte dell'anno. Il risultato della gestione operativa si è attestato a 2,02 miliardi, in calo del 21,3% rispetto allo scorso anno. Sul fronte dei ricavi, la banca guidata dall'a.d. Carlo Messina ha registrato proventi operativi netti in calo del 12,8% a 4,1 miliardi, con flessioni che riguardano sia gli interessi netti (-4,6%) che le commissioni (-5,5%). Per quanto riguarda la qualità del credito, Intesa ha annunciato una diminuzione degli accantonamenti, che riflette il miglioramento del trend dei prestiti. Le rettifiche sui crediti sono scese del 25% sul trimestre precedente a 694 milioni, facendo segnare il valore più basso dal 2011. In flessione del 23% anche il flusso di crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis, mentre lo stock dei deteriorati ha mostrato un calo dell'1 per cento. Il livello di patrimonializzazione misurato attraverso il Common equity tier 1 si è attestato al 13,1 per cento.
Per Mps risultato netto a 93,2 milioni (-35,1%), -40,1% per le svalutazioni
L'utile del Monte dei Paschi di Siena è sceso del 35,1% a 93,2 milioni. Il margine di interesse ammonta a 548,3 milioni (-9,6%), mentre il totale dei ricavi è calato a 1,2 miliardi (-13%). Il gruppo ha registrato un risultato operativo lordo di 540,5 milioni, contro i 719,7 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. In calo anche gli oneri operativi a 645 milioni (-1,3%), tra cui le spese del personale (-0,4%). La banca segnala la «solida posizione patrimoniale» con un coefficiente Cet1 all'11,7 per cento. Segnali incoraggianti sul fronte delle rettifiche sui crediti: il dato dei primi tre mesi del 2016 è stato il più basso degli ultimi quattro anni, con un calo del 40,1% rispetto al trimestre precedente a 346 milioni. Il trend beneficia della «stabilizzazione dei flussi di ingresso nelle esposizioni deteriorate nonché dell'incremento dei crediti deteriorati ritornati in bonis». Il costo del credito annualizzato del primo trimestre si è attestato così a 122 punti base, rispetto ai 179 punti base registrato a fine 2015.
Mediobanca: terzo trimestre oltre le previsioni del mercato
Utili in calo del 40,8% a 121,3 milioni per Mediobanca tra gennaio e marzo 2016, periodo che per l'istituto di Piazzetta Cuccia rappresenta il terzo trimestre dell'esercizio 2015-2016 che si chiuderà a giugno. Il risultato è superiore alle attese degli analisti, che si aspettavano un utile di 90 milioni. Il margine di intermediazione è rimasto pressoché stabile a 502,7 milioni, con margine di interesse a 301,4 milioni (+3,2%) e commissioni nette a 109 milioni (+8,2%). A livello patrimoniale, l'indice Cet1 è al 12,5% (12,4% al 31 dicembre) e al 13,2% considerando l'integrale applicazione a regime delle nuove regole di Basilea III. L'istituto ha sottolineato di aver compensato «il marcato trend negativo dei mercati finanziari e i tassi di interesse ai minimi storici con la diversificazione delle attività e l'elevata qualità degli attivi».
L'utile Ubi Banca scende del 45% a 42,1 milioni, migliora la qualità degli asset
Utile in calo del 44,6% a 42,1 milioni su ricavi in contrazione del 10,7% a 772,9 milioni per Ubi Banca. A pesare sull'andamento dei proventi è in particolare il margine di interesse, sceso del 10% annuo a 387,6 milioni, mentre migliore è stata la tenuta delle commissioni, pari a 337,1 milioni (-1,2%). In aumento dell'1,2% a 527,6 milioni gli oneri operativi, per un rapporto cost/income salito al 68,3 per cento. In decisa riduzione le rettifiche su crediti: -36,6% a 155,3 milioni, per un costo del credito annualizzato pari a 74 punti base (era a 95 punti base nel 2015). Per la banca guidata dal consigliere delegato Victor Massiah è stabile la situazione patrimoniale, con un coefficiente Common equity tier 1 "phased in" al 12,07% (12,08% a fine 2015) e un dato "fully phased" all'11,73 per cento.
Il Banco Popolare perde 314 milioni, pesa il nuovo round di rettifiche Bce
Le nuove rettifiche chieste dalla Bce per preparare il terreno alla fusione con Bpm hanno fatto ripiombare in rosso i conti del Banco Popolare nel primo trimestre. «La Bce ha chiesto che la copertura dei crediti deteriorati fosse allineata alle migliori banche del paese, cioè al 49% per i deteriorati e al 62% per le sofferenze, con l'obiettivo di ridurre lo stock fino a un massimo di 10 miliardi entro il 2019», ha spiegato l'a.d. Pier Francesco Saviotti. Un'0perazione di pulizia che si è tradotta in rettifiche più che triplicate a quota 684,4 milioni e che ha portato l'istituto a chiudere il trimestre con una perdita netta di 313,6 milioni, contro un utile di 208,8 milioni nello stesso periodo del 2015. I ricavi sono stati di 786 milioni, in calo del 17,6%, con margine di interesse in calo del 9,2% a 351,5 milioni e commissioni nette scese del 24,7% a 316,8 milioni. Il coefficiente Cet1 è al 12,5% considerando la parziale applicazione delle nuove regole di Basilea III, mentre il dato a regime è all'11,7 per cento.
Per Bpm -28,5% l'utile netto, ma crescono i ricavi
Primo trimestre in calo ma migliore delle attese per Bpm. L'istituto guidato dal consigliere delegato Giuseppe Castagna ha registrato un utile netto di 48,3 milioni, -28,5% ma superiore al consensus di mercato. Il risultato riflette il minor contributo delle attività finanziarie, che hanno visto un calo del 77% a 13,5 milioni. Positive, invece, le altre principali voci di ricavo: il margine di interesse ha mostrato un progresso del 5,3% a 206,5 milioni e le commissioni nette sono salite del 2% a 151,3 milioni. Complessivamente, quindi, la banca ha registrato proventi operativi in calo dell'8,6% a 389,1 milioni. Sul fronte della qualità del credito, i deteriorati netti sono calati del 2,2% a 3,6 miliardi (-0,2% sul trimestre precedente), scendendo al 10,6% degli impieghi (erano all'11,3% nel marzo 2015). Il grado complessivo di copertura delle attività deteriorate si attesta al 40,1%, in crescita di 50 punti base da fine 2015 e di 180 punti base rispetto a marzo 2015. Per quanto riguarda poi la solidità patrimoniale, il Cet1 si attesta all'11,64% e al 12,32% su base "fully phased".
Bper guadagna 31 milioni nel trimestre (-31,5%)
Trimestre in utile per 31 milioni per la Banca Popolare dell'Emilia Romagna. Il risultato evidenzia un calo del 31,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il margine di intermediazione è sceso del 9,3% a 489,6 milioni, con margine di interesse a 296,8 milioni (-5,5%) e commissioni nette a 177,1 milioni (-1,2%). In aumento del 4,84% a 323,9 milioni i costi operativi, per un rapporto cost/income salito al 66,1%. L'utile del periodo sarebbe stato di 40,1 milioni al netto del contributo 2016 per il Single resolution fund. Le rettifiche su crediti sono scese del 19% a 121,5 milioni, per un costo del credito annualizzato pari a 104 punti base, contro i 162 punti base del 2015. Quanto agli aggregati patrimoniali, i crediti verso la clientela sono saliti dello 0,8% da fine 2015 a 44 miliardi, mentre la raccolta diretta si e' attestata a 46,4 miliardi (-1,8%). Il coefficiente Common equity tier 1 "fully phased" è all'11,48 per cento.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)
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