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Dal lusso, al turismo e al marchio Chicco: tutte le ultime operazioni…

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GLI INVESTIMENTI

Dal lusso, al turismo e al marchio Chicco: tutte le ultime operazioni di Bonomi

L’imprenditore Andrea Bonomi. (Imagoeconomica)
L’imprenditore Andrea Bonomi. (Imagoeconomica)

Beni di consumo, fashion, auto, turismo, banche e ora anche editoria. È una rete di interessi che si sta espandendo rapidamente e in maniera esponenziale, quella tessuta dalla Investindustrial di Andrea Bonomi, uno degli investitori più liquidi in Italia.

Merito di una cassa che si aggira attorno ai 2 miliardi, confluita nel sesto fondo del gruppo, il maggiore veicolo di private equity dedicato principalmente al Sud Europa, quindi in particolare Italia, Spagna e Portogallo: ottenuto con il forte supporto di investitori pre-esistenti e nuovi. Non è un caso che proprio Bonomi, ormai, venga chiamato in causa in tutti i dossier dove sia necessaria una iniezione di capitali. Ma fino ad oggi, malgrado sia stato tirato per la giacca spesso, il finanziere milanese ha sempre messo a segno operazioni interessanti dal punto di vista industriale e esclusive in quanto create da lui e dal suo team: è entrato alcune settimane fa a fianco della famiglia Catelli in Artsana, uno dei leader italiani nei beni di consumo famoso per il marchio Chicco.

A fine aprile ha fatto il suo ingresso anche nel turismo, settore che da anni è nel radar di Bonomi, dopo la contesa (persa) con Fosun per il Club Med: ha infatti acquisito la Valtur dalla famiglia Ljuljdjuraj e unito alle attività il Tanka Village in Sardegna. Sul turismo il piano industriale è ambizioso visto che sono previste acquisizioni per oltre 100 milioni di euro, per fare di Valtur, dopo la crisi finanziaria del passato,un marchio leader dei tour operator europei. Ai più attenti osservatori non è sfuggita la possibilità che sul mercato nei prossimi mesi possa finire Alpitour (oggi detenita da una serie di soci tra cui il private equity Wise Sgr). L'unione di Valtur e Alpitour potrebbe creare un big del settore.

Ma la carne sul fuoco è davvero tanta per Investindustrial. Se si guarda alle auto c'è la partecipazione nella britannica Aston Martin, che presto dovrebbe debuttare alla Borsa londinese. Un amore, quello per i motori, che non è mai diminuito, visto che Investindustrial ha rilanciato e venduto Ducati ai tedeschi di Audi. E di recente, si sono rincorse anche indiscrezioni su un possibile interesse (non confermato) per un altro marchio delle due ruote come Mv Agusta.

Nel lusso invece Investindustrial è entrata di recente comprando le scarpe Sergio Rossi da Kering. La strategia a questo punto sembra chiara: comprare brand famosi italiani e non, anche se in alcuni casi da rilanciare, per farli crescere e valorizzarli nel giro di un medio orizzonte temporale.
Ci sono poi universi a parte, ma sempre con l'obiettivo di creare dei poli internazionali. Come l'ingresso nella chimicadi Polynt, di recente unita con l'americana Reichhold. Oppure c'è da qualche anno la passione per le banche: iniziata con l'avventura in Bpm, dalla quale Bonomi uscì in scia alla contesa per la trasformazione in Spa, e che continua ora visto che il finanziere milanese è dato in corsa per numerosi dossier.

Prima dell'annuncio della fusione tra Bpm e Banco, veniva indicato come prossimo al ritorno in campo per la banca milanese dalla quale era uscito. Prima ancora era in corsa per Carige. E oggi Investidustrial sarebbe tra i soggetti che avrebbero contatti con Quaestio Sgr per un ingresso nella Popolare di Vicenza assieme ad Atlante.
Su Rcs invece la vicenda pare differente. Bonomi è entrato in campo dopo che si susseguivano indiscrezioni di un suo presunto interesse. Con l'Ops di Urbano Cairo (e con la necessità per Mediobanca di trovare un alleato liquido) l'ombra di Bonomi si è concretizzata.

Ora la scommessa, se l'offerta della cordata sarà accettata, è studiare un vero piano di sviluppo per il gruppo editoriale: una scommessa non priva di rischi, visto che l'editoria non è mai stata tra i settori privilegiati dal private equity. Ma Bonomi ha diverse carte da giocare: avrà il peso maggiore tra i soci e potrà orientare le scelte. Inoltre entra in Rcs a un prezzo basso (0,70 euro), che potrebbe essere rilanciato. A qualche osservatore non è poi sfuggito che nel team di Investindustrial c'è Joaquim Güell, ex manager di Lazard noto per essere stato ex-direttore finanziario della spagnola Recoletos, prima che quest'ultima venisse comprata per un prezzo stratosferico da Rcs. Proprio da quell'acquisizione sono iniziati i guai finanziari per via Solferino. Resta da capire se ora, con la discesa di Bonomi, quei problemi potranno essere superati.

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