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Technip si sposa con Fmc e diventa un colosso dei servizi petroliferi

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Technip si sposa con Fmc e diventa un colosso dei servizi petroliferi

Douglas Pferdehirt (Reuters)
Douglas Pferdehirt (Reuters)

A meno di un mese dal fallimento della fusione tra Halliburton e Baker Hughes, un nuovo matrimonio si annuncia nei servizi petroliferi, il settore di attività che è stato colpito più duramente dal crollo delle quotazioni del greggio e dal conseguente taglio degli investimenti in esplorazione e produzione. Ad andare all’altare - stavolta con buone speranze di convolare a nozze - sono la francese Technipe la statunitense Fmc Technologies.

Dalla fusione, che dovrebbe essere completata a inizio 2017, nascerà un gruppo da 13 miliardi di dollari di capitalizzazione, con un portafoglio ordini di 20 miliardi al 31 marzo e un Ebitda di 2,4 miliardi: dimensioni che secondo la società di consulenza Rystad Energy lo proietterebbero al secondo posto tra i giganti del settore, superato soltanto da Schlumberger.

La nuova società, che si chiamerà TechnipFmc, avrà operazioni in 45 Paesi e impiegherà 49mila addetti. Il quartier generale sarà spostato a Londra, a quanto sembra per motivi di convenienza fiscale, ma ci saranno uffici operativi sia a Parigi che a Houston, in Texas. Inoltre sarà conservata la doppia quotazione, nella capitale francese e a New York.

Technip e Fmc avevano già creato l’anno scorso una joint venture: la Forsys Subsea, specializzata nelle perforazioni sottomarine, che aveva dimostrato la possibilità di forti sinergie, con una riduzione fino al 30% del costo dei progetti offerti ai clienti. Proprio nelle attività offshore Rystad stima che TechnipFmc avrà un ruolo di assoluto primo piano, con il 27% del mercato globale.

Con la fusione si punta ora a replicare il successo della joint venture. Entro il 2018 sono previsti risparmi annuali di 200 milioni di dollari, che raddoppieranno a 400 milioni nel 2019. Sinergie che andranno ad aggiungersi ai risparmi già pianificati da entrambe le società in reazione alla crisi e che nel caso di Technip si sono tradotti anche in 6mila licenziamenti.

La Borsa, incoraggiata dai giudizi positivi degli analisti e dall’attesa di un ulteriore consolidamento del settore, ha applaudito il deal: Technip è arrivata a guadagnare oltre il 13% a Parigi, trainando al rialzo tutti i titoli del comparto, compresa l’italiana Saipem, che sul finire della seduta ha tuttavia finito con l’essere travolta dal generale ribasso del listino.

A differenza della fusione da 28 miliardi di dollari tra Halliburton e Baker Hughes - abbandonata il 2 maggio a causa dell’opposizione delle autorità antitrust - quella tra Technip e Fmc Technologies non dovrebbe presentare problemi di ordine regolatorio: le due società non hanno aree di sovrapposizione rilevanti. «Abbiamo competenze, tecnologie e capacità complementari», ha assicurato Thierry Pilenko, ceo di Technip, destinato ad assumere il ruolo di direttore esecutivo della nuova società (alla guida di TechnipFmc andrà invece Doug Pferdehirt, attuale presidente di Fmc).

«Oggi viviamo in un mercato molto difficile per il petrolio e il gas», ha commentato John Gremp, ceo di Fmc Technologies, nella conference call con gli analisti. «Sappiamo che la produzione offshore non verrà del tutto sviluppata nemmeno quando i prezzi del greggio risaliranno, a meno che l’industria non riesca a migliorare gli aspetti economici dei progetti».

Le società di servizi petroliferi sono state le prime vittime della stretta ai costi operata dalle compagnie in reazione al crollo del greggio. Negli ultimi due anni sono stati cancellati investimenti per quasi 300 miliardi di dollari e i contratti sono stati rinegoziati a prezzi più bassi fino al 40%. Degli oltre 250mila licenziamenti nell’Oil&Gas, la maggior parte sono stati effettuati dalle società di servizi, che hanno anche il primato dei casi di bancarotta negli Usa.

La fusione tra Technip e Fmc - che hanno scelto come advisor la prima Goldman Sachs e Rothschild, la seconda Evercore e Société Générale - è basata su uno scambio azionario, senza nessuna componente cash. I soci di Technip riceveranno due azioni della nuova società per ogni azione posseduta, mentre per gli americani lo scambio sarà uno a uno. Ciascun gruppo di azionisti alla fine possiederà il 50% di TechnipFmc.

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