Finanza & Mercati

Bpm-Banco, trattativa finale sul nuovo cda

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

Bpm-Banco, trattativa finale sul nuovo cda

Il piano di fusione tra Banca Popolare di Milano e Banco Popolare è al rush finale. Sia Verona che Milano si stanno preparando agli appuntamenti di martedì 24, giorno per cui sono convocati in contemporanea il Cda del Banco ed entrambi i consigli (Gestione e Sorveglianza) di Popolare Milano.

Ai board toccherà dare il placet definitivo al documento di fusione che, insieme al nuovo statuto, sarà inviato subito dopo all’attenzione del Single Supervisory Mechanism, la Vigilanza europea. A Francoforte, infatti, spetta il compito di autorizzare in maniera formale la fusione tra i due gruppi. Il team della Vigilanza guidata da Daniéle Nouy si esprimerà entro 90 giorni, ed è quindi realistico che l’ok finale arrivi entro fine agosto.

Nel frattempo i lavori in seno ai consigli proseguono a tambur battente. Soprattutto in Piazza Meda, dove ieri il progetto è passato al vaglio del Consiglio di Sorveglianza, che deve stilare un parere consultivo che sarà completato nel corso di una nuova riunione del board fissata per lunedì per essere formalizzato definitivamente martedì. Una volta integrato il parere del Cds nel processo di documentazione, martedì il Cdg darà il definitivo via libera alla documentazione per l’invio alla Bce.

Ieri intanto componenti della Sorveglianza hanno ascoltato le relazioni degli advisor legali e finanziari dell’operazione (Citi, Lazard e dell’avvocato Franco Gianni) e posto alcune domande sul progetto di fusione. Oggetto di verifica da parte dei consiglieri sono stati in particolare i rapporti di concambio tra le parti, le gestione futura dei non performing loans e le prospettive reddituali dell’aggregato Bpm-Banco, con una particolare attenzione ai risvolti per il gruppo lombardo e all’evoluzione dei rapporti di forza con Verona. Temi, questi, che tra l’altro sono anche al centro di una lettera inviata nei giorni scorsi ai vertici del gruppo (il ceo Giuseppe Castagna, il presidente del Cds Nicola Rossi, e il presidente del CdG Mario Anolli) dall’Associazione del Patto di Bpm, espressione dei pensionati della banca lombarda.

Sotto traccia del resto, dopo l’elezione del Cds di fine aprile, nella banca si torna a ragionare di governance. In ballo c’è la definizione dei componenti del Cda che guiderà i due istituti aggregati. Sette caselle - quelle di nomina Bpm - che dovranno essere riempite sempre entro martedì. Ieri, a quanto risulta, il clima interno alla banca era piuttosto teso. Tema del contendere era la definizione dell’organo cui spetta la scelta dei nominativi: se prima prevaleva la lettura secondo cui la questione fosse appannaggio del Consiglio di Gestione, nelle ultime ore si sarebbe rafforzata la tesi in virtù della quale sia il Comitato Nomine a dover scegliere i candidati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA