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UniCredit, cda per il dopo-Ghizzoni

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UniCredit, cda per il dopo-Ghizzoni

  • –Marco Ferrando

Le stime degli analisti sulle possibili cessioni da parte di UniCredit, con annesso allontanamento (o alleggerimento) dell’eventuale aumento di capitale, ieri hanno regalato alla banca un giorno di gloria a Piazza affari: dopo mesi il titolo è tornato a indossare la maglia rosa del listino milanese, con un balzo in avanti del 7,6% oltre quota 3 euro.

Dalla polacca Pekao a Fineco, fino alla turca Yapi Kredi o al business dei pagamenti, le banche d’affari si sono esercitate sugli incassi potenziali che deriverebbero da vendite parziali o totali delle controllate del gruppo. Mere speculazioni, visto che la leva delle cessioni già era (pur inutilizzata) sul tavolo di Ghizzoni e lo sarà su quello del suo successore, ma non c’è nulla di imminente. Attiene ai fatti, invece, l’allerta dei consiglieri per una possibile riunione straordinaria del board nella giornata di martedì: probabile, si ragiona in ambienti vicini a diversi azionisti, che il 24 si decida l’avvio del processo di consultazione dei soci in vista di un ricambio al vertice, con possibile immediato reclutamento di un head hunter per la selezione del nuovo consigliere delegato.

Gli occhi sono evidentemente puntati sul presidente, Giuseppe Vita. È a lui, infatti, che tocca gestire questa fase. Dopo la riunione di lunedì scorso con il ceo Federico Ghizzoni, tra i soci pesanti si spera che questo round sia finalmente decisivo, e si esca da una situazione di stallo che ormai dura da mesi: per fare ulteriore chiarezza, c’è chi si aspetta che martedì sul tavolo del consiglio possano arrivare già le dimissioni del consigliere delegato, che proprio in questi giorni avrebbe concordato con l’azienda le condizioni della propria uscita dal gruppo che ha guidato negli ultimi cinque anni. In ogni caso, non si tratterebbe di un’uscita immediata: Ghizzoni manterrà le deleghe fino all’arrivo del successore, che dovrebbe essere individuato nei prossimi giorni ma potrebbe approdare più avanti, forse in estate. È qui che si inserirebbe l’incarico a una società di consulenza: Egon Zehnder, da anni partner del gruppo, oppure Spencer Stuart, reclutato per l’ultima autovalutazione del consiglio, Russell Reynolds (all’opera su Generali e al fianco di Assogestioni) o anche Korn Ferry, le cui quotazioni parrebbero in ascesa nelle ultime ore.

I soci sembrano concordi nel conferire al nuovo ad un’ampia delega nel rinnovamento della prima linea del management, mentre più delicata sarà la messa a punto del nuovo piano industriale, che - a supporto - potrebbe necessitare di un aumento, che il mercato stima tra i 5 e i 7 miliardi. Non tutti i soci sono allineati: soprattutto le Fondazioni (di ieri la notizia che CariVerona è scesa sotto il 3%), con in pancia pesanti minusvalenze potenziali, preferirebbero una strategia a base di cessioni mirate. Di qui gli esercizi degli analisti e l’ascolto prestato dal mercato: come si diceva, si ragiona su FinecoBank, oggi controllata al 66%, che ha pagato le voci con una flessione del 2,68% (maglia nera del listino), la turca Yapi Kredi (-5,58% a Istanbul), il business dei pagamenti (peraltro non ancora “societarizzato”) o la polacca Pekao (-2,87% a Varsavia). Di ipotesi in ipotesi, in quest’ultimo caso in Polonia c’è già chi guarda allo Stato come possibile acquirente della quota di maggioranza, considerata l’assenza di altri possibili compratori sul mercato domestico.

Tornando al ricambio della governance, per quanto prematuro continuano a circolare i nomi dei possibili candidati a prendere il posto di Ghizzoni. In pole position rimarrebbe Marco Morelli, vice presidente Bofa-Merrill Lynch per Europa e Medio oriente, Alberto Nagel di Mediobanca, Gaetano Miccichè di Intesa, Flavio Valeri (Deutsche Bank Italia), a cui si aggiungerebbe il francese Jean-Pierre Mustier, già a capo del Cib UniCredit. Fin qui le ipotesi per il ceo. Lunedì non si sarebbe parlato di un ricambio anche alla presidenza, ma c’è chi non esclude anche un passo indietro di Giuseppe Vita (che potrebbe essere sostituito da Lucrezia Reichlin, consigliere eletto dai fondi, o dallo stesso Ghizzoni) e un rimescolamento più ampio delle carte in cda, con riequilibrio dei rapporti di forze tra maggioranza e minoranza. Martedì si farà il punto: prima di allora non sono in agenda incontri tra i soci, ma oggi e domani i contatti telefonici non mancheranno.

.@marcoferrando77

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