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Caffè, la siccità in Brasile rischia di cambiare il gusto della…

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Caffè, la siccità in Brasile rischia di cambiare il gusto della tazzina

La siccità in Brasile rischia non solo di condizionare il trading del caffè, ma anche di cambiare il gusto in tazzina. Le due varietà di caffè scambiate sui mercati finanziari, l’arabica a New York e il robusta a Londra, hanno smesso di muoversi in parallelo, garantendo ritorni diversi sugli investimenti. Chi a inizio anno ha comprato future sul robusta ha guadagnato più dell’8%, mentre chi ha puntato sull’arabica si è dovuto accontentare dell’1%. Il motivo? Un clima particolarmente secco a Espirito Santo, lo Stato brasiliano dove si concentra la produzione dei chicchi robusta, o conilon. Ci sono invece state precipitazioni adeguate nelle aree a prevalenza di arabica.

Il Dipartimento americano dell’Agricoltura (Usda) prevede per il Brasile un calo della varietà robusta (di cui è secondo produttore al mondo dopo il Vietnam) e un aumento dell’arabica, di cui è leader su scala globale. Questo garantirà al Paese sudamericano di chiudere la stagione 2016-17 con una produzione complessiva in rialzo del 13%, ma i raccolti di arabica aumenteranno del 21% a 43,85 milioni di sacchi da 60 kg, mentre quelli di robusta dovrebbero calare di 1,2 milioni di sacchi a 12,1 milioni.

Anche l’Organizzazione internazionale del caffè ha sollevato «dubbi sulla disponibilità di robusta». Ed è proprio lo squilibrio tra le due varianti di caffè che potrebbe avere conseguenze al bar e in tavola: potrebbe cioè spingere le torrefazioni a usare meno robusta e più arabica, visto che la prima costerà di più. Secondo gli osservatori il cambio delle miscele si verificherà quando il differenziale tra robusta e arabica scenderà sotto 47 centesimi; per ora è intorno a 53 cents. Ma nel decidere come calibrare le miscele di caffè da vendere, costi e disponibilità della materia prima non saranno le uniche variabili: dovranno stare attenti a non tradire il palato dei propri consumatori.

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