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Foxconn sostituisce 60mila dipendenti con i robot

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Foxconn sostituisce 60mila dipendenti con i robot

Fabbrica  Foxconn  - Afp
Fabbrica Foxconn - Afp

Prosegue a spasso spedito l'automazione delle linee di produzione di Foxconn, l'azienda taiwanese che produce quasi la metà delle componenti dei dispositivi elettronici da consumo venduti nel mondo e ha tra i suoi clienti tutti i colossi del settore, da Apple a Microsoft. Lo stabilimento nella contea di Kunshan, racconta al “South China Morning Post” Xu Yulian, responsabile delle pubbliche relazioni del governo locale, «ha ridotto la propria forza lavoro da 110 mila a 50 mila persone grazie all'introduzione dei robot e ha segnato un successo nella riduzione del costo del lavoro». «Altre compagnie seguiranno l'esempio», aggiunge Xu.

Si tratta di una pessima notizia per il milione e mezzo di cinesi (circa due terzi della popolazione totale) emigrati in cerca di un'occupazione nella contea dell'ex Celeste Impero, giudicata da Forbes la migliore per performance economica per sette anni consecutivi. Solo nel 2015, spiega ancora Xu, trentacinque compagnie taiwanesi attive nella contea (che attrae capitali soprattutto da Taipei) hanno investito complessivamente 4 miliardi di yuan (circa 610 milioni di dollari) in intelligenza artificiale.

E in testa c'è proprio Foxconn, il cui numero uno, Terry Gou, cinque anni fa aveva annunciato l'arrivo di un milione di robot nella catena produttiva. Un anno fa, calcolava il “Wall Street Journal”, se ne contavano però solo 50 mila nelle fabbriche del gruppo, salito anni fa agli onori delle cronache internazionali per la catena di suicidi tra i dipendenti. A imporre un'accelerazione è il crollo della domanda di smartphone in un mercato ormai saturo, che ha spinto le aziende a tagliare i costi il più possibile. La nuova generazione di “Foxbot” sarebbe molto più affidabile e avanzata della precedente.

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