Enel è pronta a strutturare una fusione tra Metroweb e Enel Open Fiber non appena sarà chiaro se gli attuali soci vogliono restare nel capitale della società che poserà la fibra oppure uscire. Lo ha detto ieri l’ad di Enel, Francesco Starace, durante l’assemblea degli azionisti riunita per l’approvazione del bilancio 2015. Starace ha inoltre chiarito che nessuna comunicazione formale è giunta a Enel dai soci di Metroweb. «Abbiamo appreso dai giornali che la Cassa depositi e prestiti avrebbe inclinazione assieme a F2i di vendere a noi - ha detto rispondendo alle domande degli azionisti -. Non abbiamo alcuna informativa ufficiale». Il manager ha inoltre spiegato di ritenere improbabile che si assista a una duplicazione di reti della banda ultralarga da parte di Enel e di Telecom. Siamo «totalmente disponibili a qualsiasi collaborazione o dialogo con Telecom a livello della rete ma non commerciale per evitare duplicazioni o sovrapposizioni» nello sviluppo della banda ultralarga, ha detto, «non ci mettiamo a fare servizio di telefonia». A proposito dei progetti di Eni ed Erg per lo sviluppo delle energie rinnovabili l’ad ha chiosato: «siamo contenti, il fatto che sempre più aziende optano per le rinnovabili ci conforta sulla nostra scelta fatta tempo fa».
«Bisogna prima capire cosa vogliono fare gli azionisti di Metroweb, se vendere la partecipazione o restare nel capitale. E poi si può strutturare la fusione tra Enel Open Fiber e Metroweb a seconda delle scelte». Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, conferma per la prima volta ufficialmente i dettagli dei piani della società elettrica per Metroweb. Dal 19 maggio, quando l’offerta non vincolante è stata presentata ai soci della società meneghina, Enel non ha mai descritto come è stata costruita la proposta di acquisto. Tantomeno l’idea di procedere alla fusione tra Metroweb e Enel Open Fiber e poi bilanciare la governance della nuova realtà societaria a seconda della intenzione o meno di Cdp e F2i di restare nel capitale. Starace ne ha parlato apertamente ieri durante l’assemblea della società che ieri ha approvato il bilancio 2015. L’esecizio è stato chiuso con un utile netto ordinario di 2,9 miliardi di euro; è stata deliberata anche la distribuzione di un dividendo di 16 centesimi per azione, riconoscendo al ministero dell’Economia, che detiene il 23,585% del capitale, una cedola da 383,6 milioni di euro.
Il numero uno di Enel ha spiegato che sulla vicenda Metroweb nessuna comunicazione ufficiale è ancora pervenuta. «Abbiamo appreso dai giornali che la Cassa depositi e prestiti avrebbe inclinazione assieme a F2i di vendere a noi - ha detto rispondendo alle domande degli azionisti -. Non abbiamo alcuna informativa ufficiale»
E ancora, a chi gli chiedeva lumi sul rischio che Enel-Metroweb da una parte e Telecom dall’altra possano sviluppare due reti in fibra in sovrapposizione, dopo il recente annuncio da parte di entrambe dell’avvio della copertura di Perugia, Starace ha detto: «C’è pericolo di scontro tra due bande larghe? Non lo so ma non credo, vedremo». Siamo «totalmente disponibili a qualsiasi collaborazione o dialogo con Telecom a livello della rete per evitare duplicazioni o sovrapposizioni» nello sviluppo della banda ultralarga, ha detto, «non ci mettiamo a fare servizio di telefonia».
L’Enel, ha concluso il manager, punta a sviluppare la banda ultralarga nelle «aree a successo di mercato», dove è stato annunciato un piano da 2,5 miliardi per coprire 224 città, e «ad aspettare le gare per le aree a fallimento di mercato in cui il rischio di duplicazioni non c’è».
Al centro delle domande degli azionisti ieri anche la concorrenza che gruppi petroliferi come Eni e Erg possono fare a Enel nel settore delle energie rinnovabili.
«Siamo contenti, il fatto che sempre più aziende optano per le rinnovabili ci conforta sulla nostra scelta fatta tempo fa che è stata la scelta giusta ma non ci preoccupa sul fronte della concorrenza - ha chiosato Starace -. Abbiamo messo in piedi un sistema estremamente capace di resistere alla concorrenza. Sappiamo che il ministero sta lavorando ad un nuovo testo per gestire la materia. In Italia noi abbiamo un progetto di sviluppo attraverso la joint-venture costituita con F2i che ha un target di acquisizioni nel settore del solare fino a a mille megawatt. Il progetto di Eni nelle rinnovabili non ci preoccupa anzi siamo contenti che altri seguano la nostra strada».
E ancora, a chi chiedeva del senso di un’integrazione del business di Enel con quello di Eni ha replicato: «Noi abbiamo una chiara agenda di indipendenza energetica tra Eni ed Enel - ha detto-. Potrebbero avvenire brevi momenti di sovrapposizione ma pensiamo che ci siano spazi eventuali di collaborazione in Paesi dove si possano fare sinergie. Lo spazio di crescita nelle rinnovabili è immenso, non c’è rischio di sovrapposizione».
L’assemblea di ieri, che ha visto per la prima volta il Tesoro azionista con una quota al 23,5% del capitale ha visto una partecipazione dei fondi per circa il 30% del capitale, quindi in netta maggioranza rispetto al socio di riferimento.
Il presidente Patrizia Grieco ieri ha ricordato come da inizio anno il titolo Enel sia cresciuto di circa il 4,7% rispetto al calo del 15% segnato dal mercato finanziario italiano e alla flessione del 4% del settore delle utilities europeo.
La presidente Grieco ha osservato come il dividendo distribuito, pari a 16 centesimi di euro per azioni, «equivale a un rendimento del 4% circa rispetto alle quotazioni attuali del titolo Enel».
E ancora, a proposito delle dichiarazioni dell’ad Starace in occasione di una lezione tenuta alla Luiss nei giorni scorsi sui modi per impedire che elementi di un’azienda possano frenare il cambiamento e e che hanno dato adito a polemiche, la presidente ha spiegato che queste «sono state desunte da una conversazione più ampia con gli studenti della Luiss e sono state ampiamente strumentalizzate. In Enel lavoriamo con un codice etico del quale io e Starace siamo i primi portatori».
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