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Telecom: regole uguali sulla rete

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Telecom: regole uguali sulla rete

  • –Antonella Olivieri

Sulla vicenda Metroweb, Telecom vuole metterci una pietra sopra. Ma questo non vuol dire che si rassegni a cedere il passo all’Enel che si propone di cablare 224 città italiane, in gran parte sovrapposte al suo piano. Anzi, l’audizione in Senato - Commissioni Industria e Trasporti - del presidente Giuseppe Recchi e dell’ad Flavio Cattaneo è suonata molto “aggressiva”. «È giusto far rispettare le regole a Telecom. Però poi vogliamo che queste regole vengano applicate a tutti. E le regole vanno date prima, non dopo, e devono essere uguali per tutti», ha sottolineato Cattaneo. Per evitare «asimmetrie», che si tratti di «società pubbliche o semi-pubbliche o private o semi-private». «Per difendere i nostri interessi certamente andremo in ogni sede». Quali? «C’è anche l’Europa, ci sarà pure un giudice a Berlino». Cattaneo ha anche parlato di «esposti», che forse non è il termine tecnico più appropriato, ma a quanto risulta Telecom avrebbe già inoltrato “segnalazioni” alle Autorità, vale a dire Authority dell’energia e Agcom, in prima battuta.

Da una parte l’incumbent telefonico vuole assicurarsi che i costi per la costruzione della nuova rete in fibra da parte di Enel-Metroweb - necessariamente Ftth (fibra fino alle abitazioni) - non siano finanziati dall’utente elettrico. Dall’altra vuole mano libera nell’offerta, laddove ci sia un’alternativa - come oggi c’è a Milano con la rete Metroweb - reclamando la deregolamentazione.

Cattaneo ha ribadito quanto detto il giorno prima in assemblea e cioè che Telecom conta di avere quattro “punti prezzo”. Cosa significa lo ha spiegato Recchi illustrando la struttura della rete con le relative performance a vari stadi di avanzamento della fibra in sostituzione del rame. A oggi Telecom ha un tasso di copertura con la banda ultralarga che è del 45% del territorio con l’obiettivo di arrivare all’84% a fine 2018. Banda ultralarga non significa però necessariamente fibra ottica integrale, nell’accezione Telecom significa consentire velocità di navigazione superiori ai 30 mega. Con il rame in Adsl oggi si può arrivare fino a 20 mega, ma la si può considerare un’architettura di rete del passato. Con l’Fttc - cioè la fibra che dalla centrale arriva fino all’armadietto sul marciapiede (250 metri la distanza media dagli edifici, la più corta d’Europa) - si sale nel range 30-100 mega. Con la formula Fttc avanzata si arriva anche a 200 mega. Con l’Fttb (fibra fino all’edificio) il salto è oltre i 100 mega e fino a un giga. Con l’Ftth (fibra fino all’abitazione), infine, si può arrivare oltre un giga. L’ultimo tratto “verticale” per portare la fibra dall’edificio all’abitazione è il più caro, Recchi ha detto in audizione nel rapporto di 1 a 4. Con velocità fino a 100 mega si possono collegare contemporaneamente una tv a 4 k, 2 tablet e 3 smartphone; con 200 mega 2 tv, 2 tablet, 3 smartphone e una console giochi; con 1 giga più di due tv 8k, più di 2 tablet, più di 3 smartphone e più di una console. I prezzi ovviamente dovrebbero essere diversi a seconda del servizio offerto ed è per questo che Telecom, ove non fosse più in monopolio con la rete di accesso, vuole avere le mani libere.

Ma c’è la questione di che senso abbia ipotizzare due reti identiche parallele, che sarebbe come collegare due città con due autostrade se il traffico non è sufficiente a giustificare l’economicità dell’investimento. Per questo tra i senatori c’è chi ha chiesto se invece della guerra tra Enel e Telecom non fosse possibile un accordo. Tempo per rispondere non c’è stato, ma la disponibilità di Telecom a partecipare in minoranza a un’attività che è parte integrante del suo core business non c’è. Anche perchè Telecom deve comunque preoccuparsi, per quanto possibile, di preservare il valore della sua infrastruttura già esistente.

Ora i soldi che non andranno all’acquisto di Metroweb (Telecom aveva offerto 814 milioni in contanti o in azioni di una controllata) verranno girati sul mobile «per favorire una tecnologia 5G che sia immediatamente pronta per permettere alla popolazione di cogliere il futuro», ha detto Cattaneo, aggiungendo che «il mobile riserverà sorprese: tutte le società del mondo stanno studiando contenuti solo per il mobile e la vera rivoluzione sarà sullo smartphone». «Noi siamo pronti al 5G anche prima del 2020», ha rilanciato. Telecom sul mobile oggi ha una copertura in banda ultralarga del 92% con l’obiettivo di salire al 98% entro il 2018.

Non sono mancate le polemiche dirette al “concorrente”. Sia Recchi che Cattaneo hanno sottolineato come per i clienti i servizi di tlc siano i meno cari d’Europa e come invece sia il contrario per l’energia. Stoccata di Recchi anche al ceo di Enel Francesco Starace che in un’intervista al Corriere della Sera aveva detto che in Telecom non ci sono esperti di Rab (regulatory asset base, che serve come base regolamentare per stabilire la remunerazione degli investimenti.) «Io sono stato per 12 anni in General Electric e 3 in Eni, Cattaneo sette anni in Terna - ha ricordato Recchi - Non so per quanto tempo è stato all’Enel chi se ne occupa adesso e non so per quanto tempo si sia occupato di tlc». Recchi ha poi invitato l’Enel piuttosto a preoccuparsi di «abbassare i prezzi dell’energia alle imprese italiane».

Insomma, volano gli stracci. Quindi per ora è guerra a tutto campo. «Se c’è un attacco noi ci difendiamo e difenderemo i nostri interessi in ogni sede», ha promesso Cattaneo, prendendo atto di quanto dichiarato dalla senatrice Cinzia Bonfrisco, secondo la quale è stato il Governo a sollecitare l’intervento dell’Enel per accelerare lo sviluppo della fibra ottica. «Apprendo oggi che è stato il Governo a fare questa scelta, prendo atto della comunicazione fatta dalla senatrice», ha rilevato l’ad Telecom.

Curiosamente (o forse no), la Borsa ha festeggiato spingendo il titolo in rialzo del 4,15% a 0,867 euro.

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