Finanza & Mercati

Veneto Banca alla prova dei multipli. Con azioni a 10 centesimi costa…

  • Abbonati
  • Accedi
banche

Veneto Banca alla prova dei multipli. Con azioni a 10 centesimi costa più di Ubi

Appare decisamente in salita la strada per la quotazione in Borsa di Veneto Banca. Mentre il pre marketing condotto dal consorzio di collocamento guidato da Banca Imi si avvicina alla scadenza di lunedì, analisti e osservatori iniziano a fare i conti, valutando la possibile valorizzazione dell'istituto a fronte di quella dei concorrenti già presenti a Piazza Affari. Lunedì si riunirà anche il consiglio di amministrazione per definire formalmente la forchetta di prezzo per l'emissione delle nuove azioni, che saranno offerte (probabilmente da lunedì 6 giugno) prima in opzione agli attuali soci e poi sul mercato.

Il termine di paragone più immediato è quello con la Banca Popolare di Vicenza, che un mese fa ha visto fallire il proprio progetto di quotazione a fronte della scarsa adesione degli investitori, che ha aperto le porte all'intervento del fondo Atlante. E se è vero che per Veneto Banca la situazione potrebbe essere in parte diversa (il cda eletto recentemente dall'assemblea è stato sostenuto dalle associazioni dei soci, che potrebbero quindi avere maggiore interesse a sottoscrivere l'aumento), molti osservatori ritengono tuttavia improbabile che si riesca a raggiungere una soglia minima di flottante sufficiente a ottenere il via libera di Borsa Italiana alla quotazione. Dato che l'aumento di capitale da un miliardo che sarà lanciato contestualmente all'Ipo dovrà comunque essere realizzato entro giugno (termine fissato dalla Bce), anche per Veneto Banca sembra quindi farsi ogni giorno più realistica l'opzione Atlante (e lo stop all Borsa).

Tanto più se si considerano, appunto, i multipli di mercato. Se Veneto Banca, come la Popolare di Vicenza, fosse valorizzata al minimo tecnico di 0,1 euro per azione (prezzo che comporterebbe una maxi diluizione dell'azionariato attuale all'1,23% del capitale post aumento), secondo quanto ricostruito da Radiocor Plus, l'istituto sarebbe comunque valutato 0,35 volte il patrimonio netto. Multiplo più caro di quelli a cui trattano, ad esempio, Ubi Banca (0,32 volte), Banco Popolare (0,30) e Credito Valtellinese (0,28). Per non parlare di Mps (0,19) e Carige (0,16). «È per questo che gli investitori istituzionali restano lontani - commenta un analista - Per avere qualche possibilità dovrebbero offrire le azioni a multipli vicini a quelli di Mps e Carige, ma nella situazione attuale non è possibile».

Un mese fa, quando i multipli delle quotate erano più elevati (Ubi 0,39, Banco 0,35, Creval 0,36), la Popolare di Vicenza aveva cercato di quotarsi, senza riuscirci, a 0,1 euro per azione, per una valutazione pari a 0,38 volte il patrimonio netto.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

© Riproduzione riservata