
Un nuovo giro di giostra su Sisal con un operatore di private equity (Cvc Capital) che subentra a una cordata di altri 3 operatori (Apax, Permira e Clessidra) sempre nel campo del private equity. Una scommessa vincente per chi abituato a operare a leva quella del settore dei giochi e delle scommesse? Sulla carta quel mercato sembra ricco, quasi un paese di Bengodi per chi possiede queste società. Basta guardare le file nei bar, alle macchinette o nell'acquisto dei tagliandi del gratta e vinci e consimili.
In realtà non è proprio così. Il mercato delle scommesse pur florido stenta a crescere ulteriormente negli ultimi anni e lo Stato ha inasprito fortemente la pressione fiscale su un gettito che è lì abbondante e a portata di mano dell'Erario.
La stessa Sisal vede ricavi in contrazione anno su anno. Vero è che la redditività industriale è senza dubbio interessante. Sisal ha un Mol sul fatturato al 23%. Ma il vero problema degli operatori (non solo Sisal) non è la redditività ma il forte peso del debito che impatta anche sul risultato netto. La società ha chiuso in perdita per 39 milioni l'ultimo esercizio. Colpa anche degli oneri finanziari su un debito che valeva la bellezza di 965 milioni a fine del 2015.
La Sisal è profondamente indebitata con debiti che valgono quasi 5 volte la redditività industriale. E del resto la dice lunga il prezzo di transazione. Il compratore Cvc ha valutato Sisal 1 miliardo. Una valutazione di fatto che vale quanto il solo debito della società guidata da Emilio Petrone. Ora starà ai nuovi soci di controllo lavorare e molto su quel debito per rendere l'investimento profittevole.
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