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Lse-Deutsche Borse tra voti e tagli

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Lse-Deutsche Borse tra voti e tagli

  • –Leonardo Maisano

Londra

Brexit non c’entra con la mega fusione tra la Borsa di Londra , Milano e quella di Francoforte. Almeno così dicono nella City.

L’adesione britannica all’Ue non è pre-condizione per la fusione fra London stock exchange e Deutsche Borse, il deal da 30 miliardi di euro annunciato in marzo e in via di, lenta, realizzazione. La precisazione è stata ribadita dal gruppo con sede a Londra che controlla sia il listino della City sia Borsa italiana. Eppure un voto ci sarà. Anzi più di uno.

Gli azionisti di Lse sono stati invitati ad esprimersi il 4 luglio sul matrimonio anglo-italo-tedesco, quando l’incertezza su Brexit sarà stata del tutto risolta. Mentre gli shareholders tedeschi avranno ancora più tempo: il merger sarà votato il 12 luglio. Nonostante Brexit non sia quindi un formale ostacolo sulla via della fusione, i dubbi non mancano.

Ieri Lse ha voluto anticipare alcuni numeri . Il deal porterà a una riduzione di 1250 posti di lavoro - su più di 10mila occupati dei due gruppi consolidati – nell'arco di cinque anni. L’operazione aumenterà i ricavi di 250 milioni di euro all'anno, ma già dal terzo anno la ricaduta sulle revenue sarà non inferiore ai 160 milioni grazie all’ integrazione del trading e delle attività di clearing. Dal terzo anno in poi Lse si attende un taglio dei costi di circa 450 milioni.