Il termometro per misurare le reazioni alla Brexit, in vista e dopo il referendum del prossimo 23 giugno, è il forex. Il mercato valutario è il più liquido al mondo con scambi giornalieri per 5.300 miliardi di dollari, secondo l’ultima rilevazione della Bri.
Le scosse derivanti dall’esito del voto saranno immediatamente incorporate dalle quotazioni visto che la consultazione si svolge di giovedì e il mercato valutario “lavora” su 24 ore. La sterlina è la quarta divisa più importante al mondo dopo dollaro Usa, euro e yen. In particolare i riflettori degli operatori e del mondo finanziario saranno concentrati sulle reazioni del cross sterlina-dollaro Usa (Gbp-Usd), il cable. Questo rapporto di cambio è il terzo più importante al mondo e rappresenta poco meno del 9% di tutti gli scambi globali giornalieri.
Sono da mettere in conto scossoni anche violenti, alla vigilia e dopo l’evento, anche se gli istituzionali si sono ampiamente coperti in vista di questo appuntamento. Da un punto di vista strettamente tecnico, dopo aver toccato un massimo pluriennale a 1,70 nella seconda parte del luglio del 2014, la sterlina ha perso progressivamente terreno in concomitanza anche con un generale rafforzamento del dollaro Usa a partire proprio dall’estate di due anni fa. La discesa della sterlina ha avuto uno step intermedio intorno alla importante soglia psicologica di 1,50 e poi è ripresa fino a portare la divisa britannica a un minimo di 1,38 (livelli che non si vedevano dalla primavera del 2009) lo scorso febbraio, mese in cui è stato annunciato il referendum. E non si è trattato sicuramente di una coincidenza. In seguito alla notizia le quotazioni si sono stabilizzate: la presenza di un evento certo (la data del voto) ha spinto gli operatori ad adottare tutte le misure necessarie per coprirsi. Graficamente la sterlina, dopo i minimi di febbraio, ha messo a segno un rimbalzo fino in area 1,47.
La figura che sta realizzando è una tipica “bandiera” e solitamente prelude a una ripresa del movimento discendente. Il grafico non esclude un nuovo indebolimento della sterlina che sarebbe compatibile con la vittoria dei favorevoli all’uscita della Gb dalla Ue. Perché nel breve il quadro torni a favore della sterlina è necessaria una prova di forza con il superamento dapprima di 1,47 e poi successivamente della soglia psicologica di 1,50: un segnale probabilmente in linea con la permanenza nella Ue. Gli effetti poi si produrranno a cascata anche su euro-sterlina, che si posiziona al quattordicesimo posto del ranking mondiale dei cambi con un’incidenza di poco inferiore al 2% sui controvalori giornalieri. Dopo il doppio minimo in area 0,70, l’euro ha avviato un recupero verso la sterlina toccando anche 0,8. Il trend, parallelamente a quello che accade per Gbp-Usd, propende per una debolezza della sterlina: solo con sviluppi sotto 0,75 la sterlina potrebbe tornare a essere tonica.
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