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Grandi Stazioni, la cessione del retail alle battute finali

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Grandi Stazioni, la cessione del retail alle battute finali

La gara per la cessione degli asset retail di Grandi Stazioni si avvia verso il traguardo. Nelle prossime ore saranno infatti aperte le buste inviate ieri all’advisor Rothschild e contenenti le offerte vincolanti per la società guidata da Paolo Gallo. Ma una prima scrematura è già in corso: ieri è cominciato il vaglio delle garanzie finanziarie e della documentazione amministrativa presentate a supporto delle candidature. E, a valle di questa prima analisi, saranno esaminate le offerte economiche. Di certo finora c’è che i pretendenti in gara sono rimasti gli stessi della prima fase fatto salvo per il raggruppamento collegato a Deutsche Asset Management che aveva già perso per strada l’alleato italiano Poste Vita e che ha ora registrato anche il forfait del mega-fondo pensione danese Atp. A contendersi la vittoria finale ci sono dunque, oltre ai tedeschi, il fondo Usa Lone Star, l’asse Altarea, Apg e Predica e quello che include Antin, Icamap e BG Asset Management.

In attesa di capire chi sarà il futuro gestore delle attività commerciali delle 14 principali stazioni della penisola (più due nella Repubblica Ceca), prosegue però parallelamente anche il percorso di scissione dell’azienda, il cui perfezionamento sarà contestuale alla vendita. Quell’iter, come si ricorderà, prevedeva la creazione di due nuove società (Grandi Stazioni Retail, l’oggetto della cessione, e Grandi Stazioni Immobiliare), nonché il cambio di denominazione di Grandi Stazioni spa in GS Rail (focalizzata sulle attività infrastrutturali), e ha visto scendere in campo una nutrita schiera di avvocati per curare l’intera operazione, cessione inclusa: Gianni Origoni Crippo Cappelli & Partners per Fs, mentre Eurostazioni è stata affiancata da Legance per gli aspetti legali e, per la parte fiscale, dallo studio Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e Associati insieme a Foglia Cisternino & Partners.

Ma cosa succederà agli altri due veicoli? Per Gs Immobiliare, che avrà in pancia il patrimonio attualmente detenuto da Grandi Stazioni (con un equity value pari a 20-30 milioni) e che sarà controllata al 60% da Fs e al 40% da Eurostazioni, la strada futura è già tracciata. E una prima risposta dovrebbe arrivare dal piano industriale di Ferrovie che l’ad Renato Mazzoncini ha annuciato per fine settembre: la via che Fs intende battere è quella di una razionalizzazione di tutte le sue proprietà (il cui valore si aggira sui 2 miliardi di euro). Una strategia che potrebbe portare, in prima battuta, a trasferire la quota relativa a Gs Immobiliare in Fs Sistemi Urbani, la controllata che si occupa di estrarre valore dal patrimonio immobiliare del gruppo.

Quanto a Gs Rail, che sarà controllata al 100% da Ferrovie, Mazzoncini dovrà decidere, una volta individuati i nuovi “inquilini” di Gs Retail, se mantenere un veicolo separato o riportarlo nell’alveo di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) che gestisce l’infrastruttura all’interno del gruppo. E qui uno degli strumenti per assicurarsi un ritorno economico sarà la messa a reddito di nuovi spazi destinati alla locazione direzionale.

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