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Veneto Banca, i soci puntano a superare il 50%

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Veneto Banca, i soci puntano a superare il 50%

  • –Katy Mandurino

Montebelluna (tv)

L’aveva detto chiaramente due giorni fa a Milano il direttore generale Cristiano Carrus in occasione della presentazione del progetto Serenissima, ovvero aumento di capitale e quotazione: «Dopo l’operazione di aumento di capitale possiamo analizzare l’ipotesi non solo di vendita ma anche di tenere Banca Intermobiliare per noi e di usarla come fattore di valore aggiunto per eventuali operazioni di merger e acquisition».

La torinese Bim è controllata da Veneto Banca per il 71,4 per cento; la dismissione della partecipazione è stata annunciata alla fine del 2013 per raggiungere il rafforzamento del patrimonio ed è contemplata anche nel piano industriale del 2016. Di fatto la banca - che potrebbe fruttare circa 290 milioni di euro, stima effettuata nel 2014 - è in vendita da circa un anno e mezzo.

Gli acquirenti interessati non mancano: la cinese Fosun, fondi americani, Fideuram Ispb, e altri, dopo che era andata male agli svizzeri di Bsi, controllati dal gruppo finanziario brasiliano Btg Pactual, il cui ceo, il magnate Andre Esteves, è stato travolto da scandali locali e arrestato, e alla cordata di soci storici di Pietro D’Aguì, bloccata dalla Banca centrale europea. Attualmente è in corso una procedura di asta competitiva: Veneto Banca ha selezionato tre potenziali acquirenti invitati ad effettuare la due diligence e inviare le proprie offerte vincolanti, dopo l’aumento di capitale.

Il destino di Bim resta, dunque, aperto. Ieri si è svolto a Montebelluna, sede dell’istituto veneto, un consiglio di amministrazione che ha «deliberato - su proposta del comitato nomine - di indicare al cda di Bim Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni, ai fini delle cooptazioni programmate per lunedì 13 giugno, le persone dell’avvocato Stefano Ambrosini e dell’avvocato Mia Callegari». In pratica, Bim si appresta a cambiare vertice: nel prossimo cda l’attuale presidente Pierluigi Bolla, ex presidente dell’istituto di Montebelluna prima di Ambrosini, rassegnerà le dimissioni.

Veneto Banca rilancia quindi la sua controllata - il nuovo presidente dovrebbe incontrare la rete già la prossima settimana - sulla quale non mancano ombre. Veneto Banca sta verificando, su richiesta della Bce, una «rappresentazione complessiva» della clientela residente a Panama di Bim Suisse, filiale svizzera; verifiche che hanno rivelato che nel corso degli anni Bim Suisse ha avuto 261 rapporti di conto riferibili a 202 clienti residenti a Panama con flussi finanziari per 293,8 milioni. Mentre si è conclusa il 29 aprile scorso un’ispezione della Banca d’Italia , integrata da Consob, su Symphonia Sgr, società facente capo a Bim, che aveva per oggetto «l’analisi della capacità della Sgr di svolgere il servizio di gestione collettiva del risparmio secondo canoni di diligenza, correttezza e indipendenza».

Sul fronte dell’aumento di capitale, intanto, i grandi soci, ad un giorno dalla pubblicazione del prospetto informativo, ribadiscono di avere come obiettivo il raggiungimento del 50,1% dell’aumento: «Continuiamo a raccogliere intenzioni e considerazioni dai soci che ci fanno ben immaginare di andare oltre il 50%, ipotizzando addirittura di raggiungere i 550, 600 milioni di euro - dice Bruno Zago, presdiente dell’associazione Per Veneto Banca e portavoce dei grandi soci -. Noi vogliamo solo una cosa: che la banca resti in Veneto». A questo punto, però, la sfida per i soci deve avere per forza un’asticella più alta, ovvero il 100% del capitale, visto che Atlante sembra non avere alcuna intenzione di entrare nel capitale con una quota minore del 50,1%: «Se Atlante non accettasse una quota minore del 50,1% e se ne andasse, cercheremo di fare in modo di coprire il 100%». Presidente, il tempo è pochissimo, ribattiamo... «Abbiamo soci pronti e con coraggio - replica Zago -. Abbiamo chiesto una proroga della scadenza prevista per il 30 giugno. Non è vero che non si può ottenere».

Intanto, ieri, oltre al consiglio di amministrazione, c’è stato anche un incontro tra il presidente Stefano Ambrosini e i rappresentanti delle quattro associazioni degli azionisti della banca per un incontro conoscitivo e per raccogliere le loro considerazioni. «Siamo soddisfatti - commenta Patrizio Miatello, portavoce del coordinamento delle associazioni non solo dei piccoli soci ma anche delle sigle del consumatori -. Il presidente ci ha garantito i tavoli di conciliazione confermando l’apertura dei confronti il 20 giugno. Ed è stata confermato l’avvio dell’azione di responsabilità, ma non prima di settembre». Sulla creazione del fondo di solidarietà per i soci e sulla destinazione del taglio degli emolumenti - deliberati dal cda martedì scorso - non ci sono, invece, ancora certezze.

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