Finanza & Mercati

Rcs, il «tetto» dell’Opa Bonomi scende al 30%

  • Abbonati
  • Accedi
editoria

Rcs, il «tetto» dell’Opa Bonomi scende al 30%

Andrea Bonomi abbassa l’asticella sulla battaglia per il Corriere della Sera. La cordata del finanziere milanese, scesa in campo su Rcs per contrastare l’offerta di Urbano Cairo, è pronta ad accontentarsi anche solo del 30% della società editoriale più importante e più contesa d’Italia, finita nel mirino di una doppia scalata.

La battaglia sullo storico giornale della borghesia milanese, è anche una lotta di poteri tra due fronti azionari: da un lato l’outsider Urbano Cairo, imprenditore nato alla corte della Publitalia di Silvio Berlusconi e uno dei pochi editori puri di Piazza Affari, che offre azioni della sua Cairo Communication (per un controvalore complessivo di 0,53 euro); dall’altro l’establishment, capeggiato dal fondo Investindustrial di Bonomi (nuovo soggetto comparso sulla scena) e rappresentato da Mediobanca, azionista storico e finanziatore di Rcs, che affianca Bonomi (e gli presta soldi per la scalata) insieme ad azionisti storici come UnipolSai e Pirelli più il patron della griffe Tod’s, Diego Della Valle. In questo caso, invece, un’offerta tutta in contanti, 0,7 euro.

La pubblicazione del prospetto informativo, un corposo documento di 137 pagine, rivela più di una notizia: la più significativa è che l’offerta pubblica di acquisto di International Media Holding (IMH, il veicolo che raccoglie Bonomi e i soci), sarà valida anche solo col 30%, più un’azione, di Rcs. La soglia minima che la cordata si è data è il 66,7% (la maggioranza qualificata per avere il controllo anche nelle assemblee straordinarie), ma Bonomi & C. potranno anche rinunciarvi se avranno «un numero di voti ritenuto sufficiente a determinare l’esito delle assemblea di Rcs, soprattutto la nomina del Cda». L’asticella così abbassata è un traguardo facilmente raggiungibile: basterà rastrellare appena l’8% con l’Opa (e conteranno anche quote comprandolo sul mercato fuori Opa), visto che la cordata IMH parte già dal 23% (le quote conferite da Mediobanca, Pirelli, UnipolSai e Della Valle).

Il Corriere della Sera, nelle intenzioni di Bonomi, dovrà essere la testata editoriale su cui «verranno concentrate le risorse del gruppo nell’informazione», risorse che saranno incrementate (oltre i 150 milioni di aumento di capitale già previsto) «per creare uno dei maggiori gruppi multimediali internazionali». Bonomi, Della Valle, Mediobanca, Pirelli e Unipol puntanto, inoltre, ad accelerare lo sviluppo del business Sport di Rcs «sia attraverso lo sviluppo interno di nuovi formati sia tramite l’acquisizione di società internazionali focalizzate nella gestione di eventi, nel quale Rcs, forte della Gazzetta dello Sport e della spagnola Marca, vanta una consolidata esperienza perché gestisce eventi «iconici» come il Giro d’Italia e la Milano City Marathon.

Il riassetto dell’editoria sta vivendo un momento di dinamismo: L’Espresso, il gruppo editoriale della famiglia De Benedetti e la Itedi degli Agnelli hanno dato il via con la fusione tra Repubblica e La Stampa. «Di fronte al calo continuo delle copie» è scritto nel prospetto «e alla sovraofferta informativa» Andrea Bonomi, che si presenta come un investitore stabile di lungo termine, vede una Rcs polo di aggregazione, in Italia e anche all’estero. In più, vuole provare a vendere informazione anche in paesi di lingua inglese. Come? Con contenuti editoriali focalizzati sul «Made in Italy» per la promozione del meglio dell’Italia nel mondo. Il tutto, promette Bonomi, senza ulteriori tagli sui dipendenti (rispetto a quelli già previsti e almeno per il primo anno). Basterà a convincere il mercato? Verdetto il 15 luglio.

© Riproduzione riservata