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Quale mutuo conviene stipulare quando le Borse ballano

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FINANZIAMENTI

Quale mutuo conviene stipulare quando le Borse ballano

Il mondo dei mutui e quello delle Borse a una prima riflessione sembrano distanti anni luce. Ma in questa era in cui la finanza abbraccia qualsiasi cosa (con i titoli derivati che valgono 10 volte il Pl globale) una correlazione tra mutui e andamento delle Borse c’è è come.

L’andamento ballerino dei mercati da inizio anno (in cui Piazza Affari ha perso il 25% e le Borse europee il 18% penalizzate dalle forti vendite sul settore bancario europeo) evidenzia in modo quasi spettacolare questo collegamento.

Da inizio anno le Borse europee hanno toccato tre picchi al ribasso. Il primo, violentissimo, è stato toccato nella prima settimana di febbraio. Dopodiché sono ripartiti gli acquisti fino a metà marzo quando i listini hanno messo a segno un gran recupero. A quel punto di nuovo giù fino a inizio aprile per poi risalire e toccare un massimo di periodo a fine aprile. Maggio è stato invece un mese turbolento, al pari di questa prima metà di giugno con il referendum sul Brexit (in programma giovedì 23) che sta alimentando volatilità e tensione. Non a caso ieri (prima del forte rimbalzo di oggi) le Borse hanno toccato un nuovo minimo riavvicinandosi al punto più basso dell’anno toccato a inizio febbraio.

A conti fatti, osservando la curva dei mercati ci sono stati tre minimi, due dei quali seguiti a importanti ripartenze. Cinque onde (tre al ribasso e due al rialzo). Una condizione ideale che gli speculatori più bravi, capaci di inseguire come surfisti l’onda del momento (sia essa al rialzo o al ribasso).

Queste onde influenzano anche il mercato dei mutui, in particolare dei mutui a tasso fisso. In che modo? Questi sono agganciati all’andamento di un indice finanziario, l’indice Irs (o Eurirs) corrispondente alla durata del mutuo. Se stipulo un mutuo a tasso fisso a 20 anni, il tasso viene calcolato aggiungendo allo spread (deciso dalla banca) il valore di mercato dell’indice Irs del giorno della stipula. L’Irs cambia di giorno in giorno ed è una misura di quanto costa il denaro nel mercato interbancario nel lungo periodo (gli Irs sono tecnicamente dei contratti swap con cui le banche si coprono da eventuali futuri rialzi dei tassi). Pur cambiando di giorno in giorno a chi stipula un mutuo a tasso fisso non interessa. Perché il tasso che pagherà sul mutuo viene “fissato” (congelato) il giorno della stipula, sommando appunto allo spread l’Irs di quel giorno.

COME SI MUOVONO GLI INDICI CHE FANNO BALLARE LE RATE DEL MUTUO
Confronto tra l'indice dei mutui a tasso fisso (Irs) e l'indice dei mutui a tasso variabile (Euribor)

Chi è orientato a stipulare un mutuo a tasso fisso non può però esimersi dall’osservare l’andamento dei mercati finanziari. Perché l’andamento dell’Irs è influenzato dall’andamento del Bund tedesco, il bond governativo emesso dalla Germania e ad oggi considerato il titolo più affidabile dell’Eurozona. Quando sui mercati finanziari si scatena una tempesta e gli investitori vendono asset rischiosi (come le azioni) e comprano beni rifugio (come il Bund tedesco) accade che il rendimento del Bund scende (perché aumenta la domanda di investitori e di conseguenza sale il prezzo che viaggia in direzione opposta al rendimento, quindi se sale il prezzo del Bund diminuisce il rendimento). Se scende il rendimento del Bund - come spiegato nel nuovo libro edito dal Sole 24 Ore “Come stipulare il mutuo perfetto nell’era dei tassi bassi” - scendono anche i tassi Irs.

Quindi il percorso è il seguente: tra Borse europee e mutui esiste una correlazione durante le fasi di tempesta finanziaria perché quando c’è tempesta finanziaria le azioni vengono vendute (Borse scendono), il Bund tedesco viene acquistato e quindi il rendimento del Bund e i tassi degli indici Irs che sono piuttosto collegati scendono. Se scendono i tassi Irs il mutuo a tasso fisso costa meno che in altri momenti.

LA CORRELAZIONE TRA L'ANDAMENTO DELLE BORSE E IL COSTO DEI MUTUI A TASSO FISSO
Confronto da inizio anno tra l'indice di Piazza Affari e l'Irs a 20 anni (l'indice dei mutui a tasso fisso)

Detto ciò non vuol dire automaticamente che durante le fasi di tempesta conviene stipulare il mutuo a tasso fisso. Vuol dire che il mutuo a tasso fisso costa meno rispetto a un mutuo a tasso fisso stipulato nei momenti di propensione al rischio sui mercati e quindi di rialzo delle Borse e di rialzo dei rendimenti del Bund e dei tassi Irs.

«Da quasi due anni non solo sulle surroghe ma sui nuovi mutui d’acquisto il fisso ha superato il variabile ed è il più richiesto - spiega Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it -. Il fatto che i fissi stiano via via toccando nuovi minimi viene percepito dalle famiglie italiane come un vantaggio nel lungo termine. Da oltre un anno infatti il differenziale tra il miglior fisso e il miglior variabile è intorno a 120 punti rispetto anche a 250 punti del passato. E questo chiaramente sta spingendo molti mutuatari verso il fisso benché più caro in partenza. Con ciò, dal punto di vista finanziario, il variabile anche oggi ha un suo fortissimo appeal visto che gli Euribor viaggia su tassi addirittura negativi e non sono previsti forti rialzi dei tassi all’orizzonte».

Il variabile resta quindi da valutare come importante alternativa al fisso. Tasso variabile che a sua volta è agganciato all’andamento degli indici Euribor che sono agganciati all’andamento del tasso sui depositi stabilito dalla Bce. Tasso che in questo momento è addirittura sottozero (-0,4%) e che potrebbe anche scendere in futuro a -0,5% (ipotesi non da escludere per queste ragioni). Di conseguenza in questo momento il tasso variabile è nettamente più basso rispetto al tasso fisso (circa 120-150 punti base in partenza). Chi sceglie il fisso quindi parte in svantaggio e spera che negli anni il variabile risalga parecchio a tal punto da erodere il vantaggio iniziale e da premiare la scelta di aver scelto di pagare di più nei primi anni partendo con il fisso.

Ma se il variabile non dovesse risalire (o dovesse risalire poco) chi opta per il fisso (per quanto stipulato con il timing migliore per un fisso e cioè nel momento di tempesta finanziaria delle Borse) perde la partita. Va inoltre ricordato che la sfida sui tassi non si gioca sull’intera durata del mutuo, ma spannometricamente nella prima metà. Perché i piani di ammortamento (di rimborso del capitale + interessi) sono costruiti in modo tale che nei primi anni del mutuo si pagano più interessi. Quindi se ho un variabile a 20 anni e i tassi salgono (a tal punto da erodere del tutto i 120-150 punti di base di vantaggio iniziale con il fisso) dal 12esimo anno l’impatto sulla rata sarà molto più contenuto rispetto a un rialzo dei tassi nei primi anni del mutuo, quando la quota interessi da pagare è più alta e di conseguenza più sensibile a un cambiamento dei tassi.

twitter.com/vitolops

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