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Veneto Banca, calo della liquidità

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Veneto Banca, calo della liquidità

  • –Luca Davi

Nel pieno dell’operazione di aumento di capitale da un miliardo di euro, Veneto Banca rende noto che i suoi livelli di liquidità sono scesi al di sotto dei livelli regolamentari. Lo si legge nero su bianco all’interno del supplemento al prospetto informativo pubblicato dalla Consob su iniziativa del collegio sindacale. Nel documento si rende noto che la banca a fine maggio aveva un Liquidity coverage ratio (Lcr) del 63,42%, un dato inferiore al 70 per cento imposto da Basilea 3 a partire da gennaio 2017 (con un incremento progressivo fino al 100% nel gennaio 2019). E le cose sono peggiorate nei primi giorni di giugno, quando l’Lcr - segnala ancora la banca - è sceso al 61 per cento. L’istituto mette in evidenza come nel periodo recente si siano registrati «significativi deflussi di liquidità» che hanno avuto un impatto negativo.

Il Liquidity coverage ratio è un indicatore di rilievo perchè segnala quanta riserva di liquidità hanno a disposizione per sopravvivere in caso di stress. Di fatto Basilea 3 impone di avere risorse facilmente vendibili pari alla raccolta necessaria per 30 giorni. Un livello basso segnala dunque una condizione di stress, dettata da un clima di sfiducia del mercato. Non è un caso che il supplemento denunci anche un spread sulla raccolta di credito della banca che è salito al 5,501% con un incremento rispetto al dato rilevato al 2 giugno 2016 pari allo 0,692%. Colpa, dice la banca, delle «notizie di stampa» relative al gruppo «riportate in corso di offerta globale» e in particolare delle «incertezze sulla governance e alla possibilità che venga meno l’impegno di sub-garanzia del Fondo Atlante nel caso di mancato raggiungimento da parte di quest’ultimo di una partecipazione pari ad almeno il 50,1% del capitale sociale di Veneto Banca post aumento di capitale». Dall’altro lato, a pesare sarebbero state anche le vicende legate alla cosiddetta “Brexit” che «hanno influito sul generale andamento dei titoli obbligazionari dell’intero comparto bancario».

Oltre al tema della liquidità, il collegio sindacale della banca ha evidenziato a Consob e alla Vigilanza alcune informazioni su potenziali manifestazioni di interesse alla sottoscrizione di «quote importanti di capitale». In questo quadro va segnalato tuttavia che lo scenario lascia intravedere sempre più chiaramente una scarsissima adesione da parte dei soci storici della banca, tanto che le sottoscrizioni che restano su livelli prossimi allo zero. Secondo quanto riportato ieri dall’Ansa, le richieste risulterebbero pari allo 0,3% del book, ovvero pari a circa 3 milioni di euro. Una cifra ben lontana dalle stime del presidente dell’associazione Per Veneto Banca, Bruno Zago, che prevedeva la sottoscrizione del 60% dell’aumento da parte dei soci. Si fa dunque sempre più concreto l’ingresso nel capitale della banca da parte del fondo Atlante, che già controlla l’altra banca ex popolare veneta, ovvero Popolare di Vicenza.

Da sottolineare infine che la stessa associazione di soci Per Veneto Banca, come riportato ieri da Radiocor, ha chiesto l’intervento delle massime cariche istituzionali per «pervenire al differimento dei tempi dell’Ipo» della banca.

.@lucaaldodavi

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