Prima ancora di completare, alla fine di questo mese, le procedure formali per l’acquisizione di due terzi di Sharp, la taiwanese Foxconn ha confermato che intende procedere a circa 7mila tagli, rimangiandosi le vaghe promesse di non usare l’accetta che aveva fatto poco prima dell’accordo concluso in aprile. A Taipei, alla prima assemblea degli azionisti dopo l’annuncio dell’acquisizione, Terry Gou, fondatore e patron del gruppo taiwanese, ha indicato che nel mirino ci sono alcune operazioni estere di Sharp non redditizie. In Giappone, secondo le indiscrezioni, i tagli potrebbero essere circa 3mila. È in arrivo dunque una nuova ristrutturazione dolorosa per la prima grande società tecnologica nipponica finita in mani straniere. Il direttore generale giapponese Kozo Takahashi è in uscita nei prossimi giorni. Il nuovo capo, Tai Jeng-wu, ha paragonato Sharp a un bambino viziato che va rimesso in riga, preannunciando un «cambiamento di cultura» aziendale. Intanto domani, all’Orix Theater di Osaka, l'assemblea degli azionisti Sharp approverà il cambio della guardia.
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