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«Serve un approccio europeo»

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«Serve un approccio europeo»

  • –Beda Romano

BRUXELLES

È confermata per oggi la riunione tecnica tra la Commissione europea e i negoziatori nazionali con la quale l’esecutivo comunitario vuole toccare con mano la possibilità di armonizzare le gerarchie nazionali dei creditori chiamati a sostenere i costi di una eventuale risoluzione bancaria. Il tema è politicamente delicato in un momento in cui il settore creditizio continua a essere particolarmente fragile e i Ventotto stanno cercando di finalizzare una sofferta unione bancaria.

La nuova direttiva sui requisiti patrimoniali (nota come BRRD) «introduce una armonizzazione del modo in cui devono avvenire i fallimenti bancari, prevedendo tra le altre cose che a pagare per i problemi degli istituti di credito siano i creditori delle banche, non i contribuenti dello Stato», ha detto ieri Vanessa Mock, portavoce della Commissione. Dinanzi alla scelta di alcuni paesi di modificare la gerarchia dei creditori, Bruxelles vuole tentare di armonizzare anche questo aspetto (si veda Il Sole/24 Ore di ieri).

«I servizi della Commissione – ha confermato la signora Mock – stanno valutando se un approccio europeo alla questione abbia senso e vogliono raccogliere il punto di vista di esperti nel tentativo di mettere a punto un approccio armonizzato sulla gerarchia degli obbligazionisti tra i vari creditori nel caso di un fallimento creditizio o di una risoluzione bancaria». Se le regole nazionali in questo campo si rivelassero troppo diverse, la risoluzione di una banca transfrontiera sarebbe nei fatti impossibile.

Approfittando del margine di manovra permesso dalle regole comunitarie e internazionali, almeno tre paesi – Germania, Francia e Italia – hanno modificato la gerarchia dei creditori per venire in contro ad alcuni, a danno di altri. La Germania ha modificato una legge nazionale per far sì che sia più facile imporre perdite agli obbligazionisti privilegiati, mentre la Francia ha creato una nuova classe di debito. L'Italia, invece, vorrebbe proteggere i depositanti ai danni degli obbligazionisti.

In una relazione preparata per la riunione di oggi, la Commissione europea spiega nei dettagli i cambiamenti. Ne emerge che la modifica italiana avrebbe il vantaggio di rendere il salvataggio a carico dei creditori delle banche «più efficace e credibile». Sempre secondo il documento comunitario, la scelta italiana è «facile da comunicare» e contribuisce a fare «chiarezza». Nonostante questi apprezzamenti, è ancora presto per capire in che direzione andrà un negoziato che è solo all'inizio.

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