Finanza & Mercati

Le prime reazioni dei fondi sulla Brexit

  • Abbonati
  • Accedi
gestori

Le prime reazioni dei fondi sulla Brexit

Raffica di report delle case di investimento su Brexit. Fra i primi a parlare gli inglesi di M&G investments con Eric Lornegan, multi-asset fund manager: «La reazione principale è stata sulla sterlina, che è crollata del 10% rispetto al dollaro. C'è stata una comprensibile corsa ai porti sicuri tra cui yen e franco svizzero. Non sapremo fino all'apertura di Wall Street, ma le prime indicazioni sul mercato dei Treasuries Usa overnight e sui mercati asiatici è che questa sia una questione principalmente inglese ed europea: i rendimenti sul Treasury USA a 10 anni sono caduti di 25 punti base, in modo simile ai movimenti che abbiamo visto a febbraio – una caduta, ma non drammatica». E ancora: «Più in generale, è difficile fin d'ora dire l'impatto del voto sulle economie UK ed europea poiché tutto dipende dai termini della relazione che Inghilterra ed Europa negozieranno».

Incertezza dunque. Ma anche qualche opportunità, in particolare da parte della società di gestione americana T.Rowe Price: «In tutto il mondo i mercati si stanno preparando ad attraversare un lungo periodo di volatilità dopo il responso del referendum di ieri, ovvero la volontà del Regno Unito di uscire dall'Ue. Nei prossimi giorni gli asset britannici saranno duramente colpiti, ma le ripercussioni di questo storico voto si faranno sentire a livello internazionale poiché l'Ue e il Regno Unito inizieranno una procedura possibilmente intricata e contrastata. Tuttavia la turbolenza potrebbe anche dar luogo a opportunità significative per investitori che seguono un approccio fondamentale bottom-up».

Su Brexit si è espressa anche la casa di gestione francese Natixis attraverso il suo capo economista Philippe Waechter: «Dopo il voto in favore della Brexit, le regole cambieranno drammaticamente, la volontà di uscire dall'Unione Europea avrà un impatto forte e duraturo sulla vita dei britannici, ma anche sull'intera Europa. Nel breve termine, tuttavia, non accadrà nulla sul versante economico. Ma le aspettative cambieranno pesantemente e sarà questo a pesare sui mercati finanziari. Le banche centrali non rimarranno neutrali e dovranno intervenire per evitare una ricaduta dopo lo shock inglese. Come durante la crisi del 2008/2009, gli accordi di scambio tra le banche centrali si attiveranno per fornire liquidità ai mercati finanziari globali».

© Riproduzione riservata