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Le mani forti della Bce sui BTp

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Le mani forti della Bce sui BTp

Brexit ha ridotto in brandelli le borse europee, ha fatto a pezzi le banche, ha maciullato la sterlina ma non il BTp. I titoli di Stato italiani , e anche quelli spagnoli in verità, hanno iniziato la giornata male ma l’hanno chiusa decorosamente, con un aumento del rendimento tipico di una giornata tesa ma non apocalitticacome invece è stata per molti versi quella di ieri. Questo è accaduto non tanto perchè il debito pubblico italiano non spaventi o perchè il primo emittente di titoli di Stato nell’Eurozona, l’Italia, non sia un sorvegliato speciale con le sue aste lorde annuali attorno ai 400 miliardi: molto più semplicemente, gli acquisti della Bce e della Banca d’Italia come Eurosistema - quelli effettivi e quelli presunti - sostengono e proteggono i titoli italiani. Lo hanno fatto sicuramente ieri, a detta dei trader, e continueranno a farlo nei prossimi giorni, settimane e mesi: fino al marzo 2017, probabilmente anche oltre.

Il BTp decennale, in apertura di giornata ieri e sull’onda del panico generato da Brexit nel mondo intero, è stato visto con rendimenti che si aggiravano attorno all’1,80%-1,90% ma a questi livelli e prezzi stando a fonti bene informate non ci sono stati scambi. La mattina presto l’attività si è concentrata solo sul BTp future, “il cash non trattava”. Presi i due valori di chiusura, il movimento è stato limitato: dal rendimento all’1,40% a chiusura del 23 giugno del BTp benchmark scadenza giugno 2026 all’1,54% al termine della seduta ieri. Un balzo di 15 centesimi, con uno scatto più rilevante in chiusura e con un’oscillazione media nel corso della giornata tra i 7-8 centesimi di punto percentuale.

«Emittenti di titoli di Stato come Italia e Spagna ieri hanno tratto beneficio dal supporto, atteso o concreto, degli acquisti della Bce: la discesa dei prezzi è stata contenuta rispetto alla potenza del movimento della fuga verso la qualità sui bene rifugio - ha detto ieri Luca Cazzulani,viceresponsabile strategia reddito fisso a Unicredit -. L'avversione al rischio è stata estrema ieri e ha fatto crollare il rendimento del Bund e del Gilt inglese decennali con un calo giornaliero tra i più rilevanti dal 2000. Anche le Borse europee, come quella tedesca e italiana, hanno registrato uno dei crolli più violenti dal 2000, ma questo non è avvenuto invece per BTp e Bonos che nell'arco della giornata hanno avuto movimenti piuttosto normali».

Il Tesoro è tranquillo, in fatto di aste, non scosso più di tanto da Brexit. Il comunicato del Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria, che si è riunito ieri al Mef, ha puntualizzato che «il mercato dei titoli di Stato è stabilizzato dai programmi della Banca centrale europea e dal percorso di aggiustamento delle finanze pubbliche perseguito dal Governo. Nonostante le ampie escursioni dei prezzi, l'operatività dei mercati finanziari prosegue secondo le normali modalità».

La prossima settimana, post-Brexit, si terranno le aste di fine mese che sono più impegnative rispetto a quelle di metà mese. Nel dettaglio, lunedì 27 non si terrà l’asta dei CTz come già annunciato nelle Linee Guida della Gestione del Debito Pubblico per l'anno 2016, ma solo una piccola emissione di BTp a 15 anni indicizzati all’inflazione europea per 0,5-0,75 miliardi. Martedì sarà la volta dei BoT semestrali, in offerta per 6 miliardi contro i 6,6 in scadenza. L’ammontare dell’asta più importante, quella a medio-lungo di giovedì 30 giugno, verrà comunicato lunedì: il Tesoro ha la possibilità di alleggerire questa offerta di titoli, nel caso in cui la turbolenza provocata da Brexit dovesse estendersi anche nella prossima settimana. Il programma di raccolta 2016 è infatti avanti, già quasi il 60% è stato coperto. Inoltre nella seconda metà di quest’anno, i titoli di Stato in scadenza - per importi rilevanti - daranno un’iniezione di liquidità che andrà ad aggiungersi a quella della Bce che oscilla attorno agli 8-9 . Ieri stando agli addetti ai lavori, la Bce tramite la Banca d’Italia avrebbe acquistato titoli di Stato italiani, utilizzando la “dote” mensile per la quale non vengono fatte rilevazioni su base giornaliera ma solo mensili. «C’è una rete di protezione dietro i BTp e ieri ha funzionato bene», ha detto un trader. Per la prossima settimana, e per i prossimi mesi, il sostegno della Bce è già messo in conto. Per questo Brexit mette meno paura all’Italia, con il suo debito/Pil al 132,7% e una prospettiva di crescita peggiore del previsto, nel caso di recessione nel Regno Unito e di rallentamento forte della crescita globale causa Brexit. «Da metà giugno fino a metà agosto, il fattore offerta sarà di grande aiuto al mercato dei governativi - spiega Chiara Manenti. strategist di Intesa SanPaolo - l'offerta netta per l'intera Eurozona depurata dagli acquisti della BCE sarà negativa per 120 miliardi di euro di cui 50 miliardi relativi all'Italia».

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