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Dieselgate, maxibolletta Usa per Vw

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Dieselgate, maxibolletta Usa per Vw

  • –Andrea Malan

Il costo per la Volkswagen dello scandalo dieselgate sale ad almeno 15,3 miliardi di dollari. L’accordo extragiudiziale depositato presso la corte distrettuale di San Francisco, in California, prevede infatti un costo fino a 10,03 miliardi di dollari per riacquistare o riparare 480mila veicoli venduti negli Usa con motori diesel da 2 litri truccati per mascherare le emissioni inquinanti, e per compensare i loro acquirenti. Vw dovrà poi versare 2,7 miliardi di dollari in un fondo gestito dall'Ente per la protezione ambientale (Epa) «per compensare gli effetti dell’inquinamento», e investire 2 miliardi nell’arco di 10 anni in tecnologie di veicoli a emissioni zero. Questa intesa, che dovrà essere approvata il prossimo 26 luglio dal giudice Charles Breyer, risolve le cause civili relative ai motori diesel da 2 litri vendute negli Usa; l’accordo è frutto di una lunga trattativa fra Volkswagen da un lato e ministero della Giustizia Usa, la Federal Trade Commission e l’Epa dall’altro. Ad esso si aggiunge un’intesa da 600 milioni di dollari con 44 stati Usa per chiudere le cause intentate a livello statale sulla protezione dei consumatori, che porta il totale ai citati 15,3 miliardi.

Quello raggiunto da Vw è di gran lunga l’accordo extragiudiziale più costoso della storia per quanto il settore auto, e non è lontano dalla cifra record di 18,7 miliardi di dollari pagata dal gruppo petrolifero inglese Bp per l’inquinamento del Golfo del Messico del 2010. Il totale di oltre 15 miliardi di dollari, circa 14 miliardi di euro, si avvicina ai 16,2 miliardi di euro che Vw ha accantonato nel bilancio 2015 per far fronte ai costi dello scandalo. Il costo del settlement - ha dichiarato il direttore finanziario di Volkswagen - «è al di sotto di quanto finora accantonato e siamo in grado di gestirne le conseguenze».

Il comunicato dell’azienda mette in chiaro che «gli accordi non sono un’ammissione di responsabilità da parte di Vw e non impattano sugli obblighi al fuori degli Stati Uniti»: il riferimento è all’Europa, dove il gruppo Vw ha venduto 8,5 milioni di veicoli con il software truccato per superare i test sulle emissioni ma dove ha più volte affermato di non voler pagare alcun risarcimento.

In dettaglio, ciascun acquirente dei 475mila veicoli con motori diesel truccati venduto negli Usa fra il 2009 e il 2015 potrà decidere se far riparare il veicolo o restituirlo al costruttore a un prezzo prefissato; in ogni caso tutti avranno diritto a un risarcimento di ammontare compreso fra i 5 e i 10mila dollari. Per ora Vw non è riuscita a trovare una soluzione tecnica per riparare i veicoli: «Allo stato attuale - si legge nei documenti - non ci sono soluzioni in grado di riportare i veicoli entro i limiti alle emissioni senza avere impatti negativi sulle loro funzioni». Una volta approvato dal giudice l’accordo extragiudiziale, i consumatori avranno tre mesi di tempo per se accettare l’offerta o cercare di ottenere di più con cause individuali. L’iter dovrebbe quindi chiudersi al più presto a ottobre ma i clienti avranno tempo fino al 2018 per decidere; i 10 miliardi di dollari sono un valore massimo nel caso in cui Vw debba riacquistare tutte le vetture.

L'intesa di ieri non risolve tutti i problemi per Volkswagen. «Continuiamo a lavorare - recita il comunicato - per risolvere le questioni legali relative alle cause civili relative ai motori da 3 litri (che equipaggiano negli Usa circa 80mila vetture di gamma alta, ndr), alle multe chieste dall’Epa e alle indagini penali del dipartimento alla Giustizia». Restano poi le cause civili in Europa, sia dai consumatori che dagli investitori danneggiati dal crollo del titolo Vw nel settembre 2015; e restano aperti i relativi aspetti penali della vicenda, per i quali sono indagati in Germania l’ex a.d. Martin Winterkorn e l’attuale numero uno della marca Vw, Herbert Diess.

Resta da vedere quanto ci metterà Vw a recuperare la fiducia dei consumatori americani (-13% le vendite per la marca nei primi 5 mesi del 2016); il passo avanti verso il ritorno alla normalità è tuttavia importante, e come scrive Jessica Caldwell - del sito americano Edmunds.com - «la buona notizia è che la storia è dalla parte di Volkswagen: altri costruttori hanno resistito con successo ai loro scandali». Le azioni Vw hanno recuperato ieri l’1,6% grazie al rimbalzo del mercato dopo due sedute disastrose.

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