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Le tre sfide su capitale, nuovo piano e management

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l’analisi

Le tre sfide su capitale, nuovo piano e management

Arrivare alla guida di un grande gruppo bancario che in questi giorni ha quotazioni di Borsa ai minimi degli ultimi trenta anni è certamente una grande sfida. ma anche un’opportunità. Jean-Pierre Moustier approda al vertice di UniCredit in una delle fasi più turblolente per i mercati e per le banche. E la sua esperienza di grande esperto globale di capital market è probabilmente anche uno dei motivi tattici che hanno dettato la scelta dei grandi azionisti e del board.

La prima sfida che attende il nuovo chief executive officer di UniCredit riguarda le rassicurazioni da dare al mercato e ai grandi azionisti sull’aumento di capitale, finora escluso dal ceo uscente Federico Ghizzoni. Mustier avrà piena libertà operativa di valutare se, quanto e quando ricapitalizzare per alzare l’asticella dei ratios patrimoniali ben oltre i livelli degli Srep della Bce. Ma per farlo, e recuperare attrattività su un mercato che sta vendendo a piene mani i titoli di UniCredit, dovrà inevitabilmente presentarsi agli investitori globali con un nuovo piano industriale che ridefinisca le attività del gruppo. In un’intervista a Il Sole 24 Ore di pochi giorni fa, il presidente Giuseppe Vita ha ribadito che UniCredit manterrà anche in futuro una forte presenza paneuropea. Starà a Mustier valutare e proporre al board un piano di riassetto che non snaturi il gruppo e, soprattutto, che non ne pregiudichi la redditività. Cessioni come quelle ipotizzate di Fineco in Italia o Bank Pekao in Polonia potranno, e forse dovranno, essere valutate tenendo bene in conto la quota di utili attuale e futura a cui si rinuncia. Se in alternativa a cessioni significative si deciderà invece di mantenere l’attuale perimetro del gruppo, sarà necessario accelerare nell’integrazione industriale delle varie realtà acquisite nell’area Central Eastern Europe. Solo con la promessa di un salto reddituale «visibile», gli investitori accetteranno di sottoscrivere nuovo capitale. E se per attuare il riassetto Mustier avrà necessità di un ricambio della prima e seconda linea del management, ed è questa l’altra sfida che lo attende, i grandi soci e il board dovranno garantirgli totale autonomia.

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