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Stress test, per Morgan Stanley a Mps servono 2-6 miliardi. Scontro…

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Stress test, per Morgan Stanley a Mps servono 2-6 miliardi. Scontro sul Banco

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I risultati dello stress test europeo condotto dall'Eba, che saranno pubblicati il 29 luglio, metteranno sotto i riflettori il sistema bancario italiano, reso «vulnerabile» dall'elevato stock di crediti deteriorati. Lo rileva un rapporto di Morgan Stanley, ricordando inoltre che i parametri del test postulano per il Pil italiano la maggiore contrazione tra le principali economie europee in caso di scenario avverso.

La situazione più delicata, sottolineano gli analisti della banca Usa, è quella di Banca Mps che in seguito all'esercizio Eba potrebbe evidenziare «un deficit patrimoniale potenziale tra i 2 e i 6 miliardi» rispetto al livello minimo di core tier 1 al 5,5%, soglia utilizzata per distinguere i promossi dai bocciati nel corso
dello stress test realizzato nel 2014. In particolare, per Mps il Cet1 nello scenario avverso sarebbe praticamente azzerato (0,3%), ma a scendere sotto quota 5,5% sarebbero anche il Banco Popolare (Cet1 previsto a -1,6%, senza considerare l'aumento di capitale da un miliardo appena realizzato) e la spagnola Banco Popular (1,9%, anche in questo caso al netto delle azioni di rafforzamento già realizzate).

L'istituto veronese: stime effettuate con «sconcertante superficialità»

La stessa Morgan Stanley nel report ammette quindi che, per Banco Popolare e Banco Popular «i recenti aumenti di capitale dovrebbero ridurre l'esigenza di ulteriori rafforzamenti», ma la metodologia utilizzata nello studio non è andata giù all'istituto guidato da Pier Francesco Saviotti. In un comunicato durissimo, il Banco sottolinea di essersi «sempre astenuto dal commentare le stime e le valutazioni degli analisti», ma nel caso in questione denuncia che «l'approccio è al punto lacunoso e i risultati cui conduce così gravemente infondati da imporre di sottolineare che si tratta di stime basate, con sconcertante superficialità, su ricostruzioni e metodologie neppure specificate con risultati che non trovano alcun riscontro nei dati in possesso del Banco Popolare applicati in modo coerente con le regole proprie degli stress test senza, tra l'altro, incorporare gli impatti positivi del recente aumento di capitale». Il Banco annuncia quindi di riservarsi «ogni opportuna azione nelle dovute sedi a tutela della propria immagine e dei propri azionisti».

Nel report, Morgan Stanley aggiungeva che l'aumento di capitale, «insieme alla fusione con Bpm, portano a credere che nuovo capitale potrebbe non essere necessario» nel caso del Banco. Il livello di Cet1 di Bpm e la sua migliore qualità degli asset la porteranno infatti a «contribuire positivamente alla solidità dell'istituto post fusione, anche se vediamo la necessità di continuare a rafforzare la copertura degli Npl».

Il caso comunque avrà conseguenze: la Consob ha infatti avviato approfondimenti sull'andamento del titolo del Banco alla luce del flusso informativo e, in particolare, proprio della diffusione del report Morgan Stanley.

Con lo stress test possibile iniettare fondi pubblici senza innescare il bail-in

Lo stress test Eba coinvolge le cinque principali banche italiane. Per l'istituto Usa, il risultato migliore in caso di scenario avverso sarebbe quello di Intesa Sanpaolo (Cet1 al 10%), seguita da UniCredit (6,8%) e da Ubi Banca (5,6%, appena al di sopra della soglia del 5,5%).

Al di là delle analisi sulle singole banche, Morgan Stanley nota che la pubblicazione dei risultati dello stress test potrebbe innescare la ricapitalizzazione delle banche italiane. L'articolo 32 della direttiva Brrd consente infatti di iniettare fondi pubblici nelle banche senza far scattare l'obbligo di risoluzione proprio per far fronte a deficit patrimoniali emersi in seguito allo stress test Eba. «Ciononostante - puntualizza la banca Usa - questo intervento sarebbe comunque considerato aiuto di Stato e soggetto al coinvolgimento degli azionisti e dei detentori di bond junior». Per gli analisti, comunque, «questa sembra la via più rapida ed efficiente per ricapitalizzare il settore» e potrebbe consentire di «coprire i deficit di Mps e se necessario di qualunque altra delle banche coinvolte».

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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