Avere una Silicon Valley alle porte di casa è la speranza di ogni territorio. Ma qualità, innovazione e competitività non sono certamente un brevetto della new economy: semmai, sono i punti di forza su cui i distretti industriali italiani hanno esportato il proprio modello in tutto il mondo. E in questo senso, il distretto delle calzature delle Marche è un’eccellenza riconosciuta: Ascoli, Macerata, Civitanova, Porto Sant’Elpidio e Casette d’Ete sono i poli produttivi e tecnologici della scarpa made in Italy e di ogni suo componente-chiave. Nella «Soles Valley» di Civitanova, per esempio, c’è un’impresa che si batte per se stessa e per il futuro del distretto: si chiama Eurosuole ed è nata quarant’anni dalla tenacia di Germano Ercoli e dal sostegno dell’intera famiglia. Realizza suole in gomma per conto di tutti i più importanti calzaturisfici del mondo: scarpe da lavoro, sportive, fashion e anche per militari. Tra i suoi clienti , ha persino l’Adidas. Eurosuole ha chiuso il 2015 con 41 milioni di euro di ricavi e un utile netto di 3,8 milioni, quasi il 10% dei ricavi. Il suo obiettivo è quello di crescere ancora e prepararsi alla Borsa, ma senza tralasciare l’impegno per i territorio.Non a caso, l’azienda degli Ercoli è tra i soci fondatori del Cluster Marche Manufacturing creato dalla Regione nel 2013 con l'ambizioso obiettivo di aggregare imprese e università sul tema della produzione manifatturiera automatizzata.
«Le Marche sono il simbolo di un modello che cresce e che ha qualcosa da dire all'Europa» spiega Rosaria Ercoli, sorella del fondatore, direttore di Eurosuole e presidente del Cluster. «Con il Cluster - spiega Rosaria Ercoli - facciamo networking, collaboriamo con aziende e università per fare innovazione, raccogliamo dati per creare una banca dati per la manifattura: questo è il vero significato del concetto fare sistema». Non è un caso, del resto, se già oggi oltre l’80% dei giovani appendisti del distretto marchigiano della calzatura trova poi impiego fisso nelle imprese in cui è stato avviato al lavoro.
Dei risultati raggiunti dal Cluster Marche se ne parla proprio oggi, 8 luglio, presso la sede di Eurosuole in un evento intitolato «La fabbrica intelligente». In questa occasione, l'azienda festeggia anche i suoi primi 40 anni. I risultati non sono solo economici. L'azienda ha presentato un bilancio di sostenibilità (certificato dal Global Reporting Initiative), in cui racconta il suo impatto sociale e ambientale. «È una carta di identità allargata dell'azienda dove possiamo raccontare tutto quello che di bello stiamo facendo. Per l'imprenditore è un modo per valorizzare la propria squadra e i propri asset. Inoltre, ci permette di accedere al Patent Box, strumento di facilitazione economica messo a disposizione dal governo» aggiunge Ercoli. Il bilancio di sostenibilità è spesso realizzato in previsione di una quotazione. Ci state pensando? «Stiamo preparando il domani. Non escludiamo che per crescere in futuro andremo in Borsa».
Il segreto del successo? «La dedizione totale al lavoro del fondatore, l'innovazione (abbiamo robotizzato il processo di produzione) e l'indipendenza economica. Tutti i nostri investimenti sono sempre stati autofinanziati, anche grazie al reinvestimento della maggior parte dei nostri utili. Il 2015 è stato l'anno con il miglior risultato della nostra storia». E per festeggiarlo, il 30 giugno tutti i 245 dipendenti hanno ricevuto un premio di 700 euro.
La laboriosità marchigiana non conosce limiti. Oltre a Eurosuole, Germano Ercoli ha fondato Goldenplast, che produce granuli termoplastici usati anche nei campi di calcio sintetici, con 43 milioni di euro di ricavi e 45 dipendenti. «Il nostro ideale è preservare il territorio, continuando a lavorare nel nostro Paese. Non abbiamo mai decentralizzato la produzione. Produciamo nelle Marche, eppure vendiamo anche in Cina – continua Rosaria Ercoli-
Guardiamo sempre avanti, non al presente. In azienda come nel privato. Nel 1976 avevo appena fatto la maturità, sognavo di iscrivermi all'università. Mio fratello mi ha mandato un telegramma di congratulazioni per l'esame, invitandomi in azienda già dal giorno successivo. Mi sono buttata a capofitto. E qui ho realizzato tutti i miei sogni. Compreso quello di laurearmi, molti anni dopo, a quasi 50 anni».
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