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Frode Libor, condanne severe in Uk e negli Usa

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Frode Libor, condanne severe in Uk e negli Usa

Londra

Il verdetto sul caso Libor esce lentamente dalla corti britanniche e americane creando un quadro di responsabilità variabile fra banchieri che manipolarono il tasso interbancario. Ieri il tribunale di Londra ha condannato quattro bankers di Barclays a sentenze che variano fra i 33 mesi e 6 anni e mezzo di prigione mentre negli Stati Uniti un trader di Rabobank che si è dichiarato colpevole di concorso in una truffa che ha gettato discredito sul mondo bancario e costretto istituti sui due lati dell'Atlantico a multe per centinaia di milioni di dollari. Joy Merchant ha avuto la condanna più severa mentre Peter Johnson, che aveva ammesso ogni responsabilità ha avuto la pena più leggera. Condanne anche per Alex Pabon e Jonathan Mathew. «La corte considera il vostro comportamento disonesto – ha detto il giudice Anthony Leonard nel leggere il verdetto – e voi ne eravate del tutto coscienti». Il magistrato ha poi elaborato sulla differenza delle condanne emesse in questa occasione rispetto alla pena comminata a Tom Hayes trader di Ubs che sta scontando 11 anni di carcere per lo stesso reato. «Diverse sentenze – ha precisato il giudice – perché c'è una sostanziale differenza nei comportamenti e nelle azioni di Tom Hayes». In altre parole il trader di Ubs ha avuto un ruolo essenziale in un raggiro che implica, comunque, un concorso di responsabilità fra dipendenti di diversi istituti. La dinamica del fixing del Libor prevedeva scambi di informazioni fra chi operava sul mercato per nome e per conto di banche diverse. Merchant era uno dei banchieri più senior con una remunerazione complessiva superiore ai 2 milioni di dollari e un ruolo di coordinamento che – secondo il giudice – lo aveva portato a coinvolgere figure più junior come Alex Pabon. Il magistrato britannico ha assegnato a Peter Johnson un altro ruolo-chiave, ma la sentenza è stata particolarmente mite per premiare la piena ammissione di responsabilità. Johnson è apparso convincente quando ha detto di aver partecipato al raggiro solo per non ostacolare il comportamento degli altri colleghi e di non aver mai “aggiustato” il suo trading boook. Il processo ha valutato il comportamento dei banchieri di Barclays fra il 2005 e il 2007, anche se la manipolazione del Libor è proseguita anche dopo la crisi finanziaria del 2008.