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Cairo: La7 strategica, pronto a lanciare nuovi canali

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Cairo: La7 strategica, pronto a lanciare nuovi canali

  • –Andrea Biondi

«Crozza, che stimo e apprezzo, purtroppo negli ultimi anni ha perso un po’. Nel 2013 faceva l’11,44% di ascolti; in quest’ultima stagione ha fatto il 7,1%». Parla di separazione concordata Urbano Cairo, durante la presentazione dei palinsesti di La7 ieri a Milano. Ma si capisce che il passaggio del comico genovese a Discovery non è un boccone piacevole per il presidente di La7. «Mettere in onda il programma di Crozza ci costava 10 milioni. E questo a fronte di 5 milioni di ricavi», aggiunge precisando che «il programma pesava il 22-23% sul totale della nostra produzione. E parliamo di 23 ore che dobbiamo confrontare con le 1.100 ore totali del nostro prime time».

È però da poco terminata la conferenza stampa quando a specifica domanda arriva la risposta che non ti aspetti. Crozza continuerà a curare la copertina di “diMartedì” anche dopo l’inizio di gennaio? «È vero. Ci stiamo lavorando», replica l’editore alessandrino.

Dunque Crozza non dovrebbe sparire totalmente dagli schermi di una La7 che Urbano Cairo ieri ha confermato tra le sue priorità. Un asset così strategico che in caso di sconfitta nella battaglia per Rcs (di cui però Cairo fa visivamente fatica a parlare premettendo di essere «molto confidente» in un risultato positivo) «me la terrei ancora più stretta».

Del resto per le attività televisive del gruppo di Cairo si prepara un non trascurabile upgrade. È in fase di avvio la migrazione dei due canali (La7 e La7d) sul multiplex che Cairo Network, controllata al 100% da Cairo Communication, ha acquisito per 31,6 milioni in un’asta in cui il Gruppo è stato l’unico a partecipare.

Il trasferimento si completerà a partire dal prossimo anno dando due vantaggi secondo Cairo: «Con il passaggio avremmo un risparmio di 6 milioni rispetto a quanto paghiamo oggi (a Persidera, ndr.), visto che paghiamo al momento 1,8 milioni per megabit contro il milione che si paga sul mercato». E in più, «anche dopo aver spostato La7 e La7d, rispetto ai 22,4 megabit totali del Mux rimarranno 15 megabit a disposizione, per dare banda in affitto o per lanciare noi nuovi canali».

Apertura chiara, in tal senso, quella del presidente di La7: «Per lo sviluppo abbiamo Fabrizio Salini, che ha lanciato tempo fa i canali Giallo e Focus che fatturavano 30-35 milioni; poi è riuscito a venderli a Discovery per 105 milioni. È come se io vendessi La7 per 500 milioni di euro» aggiungendo in tono scherzoso che «Beh, ma io mica la vendo a meno». Che l’avvio o meno possa essere o meno legato a un canale sul Torino (di un “Toro Channel” si vocifera da tempo), «partiremo quando ci sentiremo pronti e con un canale alla volta».

Intanto La7 si prepara a combattere la stagione autunnale – più difficile senz'altro per lo sbarco sui canali 8 e 9 di Sky e Discovery – lasciandosi alle spalle mesi che Urbano Cairo definisce «soddisfacenti per un ascolto che ha tenuto» e con «La7d che con il suo +19% è la rete che cresce di più nel digitale terrestre free».

Oltre alle conferme (come Lilli Gruber o Gianluigi Paragone) Cairo snocciola «8 novità». Nel dettaglio: “diMartedì” di Giovanni Floris raddoppierà in seconda serata occupandosi di arte e cultura. Poi torna Luca Telese; ci sarà un nuovo “Eccezionale Veramente” con Diego Abatantuono; Sabina Guzzanti parteciperà a “Piazzapulita” condotta da Corrado Formigli; sono previsti nuovi speciali di Enrico Mentana, in primis sul referendum; al via “Futbol”: il nuovo programma sul calcio di Andrea Scanzi; Francesco Facchinetti condurrà Miss Italia e da settembre Giovanni Minoli la domenica sera, torna in tv con i “ Faccia a Faccia”.

L’obiettivo è spingere un po’ più in alto ascolti tutto sommato stabili (3,5% nel giorno medio e 4% in prime time nell’ultima stagione) e di far crescere una raccolta pubblicitaria che quest’anno «sta dando buoni segnali. Abbiamo aprile e maggio stabili, un giugno in cui si ritorna a crescere e un luglio che prevediamo in crescita del 6-7 per cento». Il semestre dovrebbe chiudersi con un +2,5% sulle attività televisive e un +5% sui periodici.

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