Finanza & Mercati

Rcs Media, Cairo conquista il 48,8%

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

Rcs Media, Cairo conquista il 48,8%

Vittoria netta di Urbano Cairo in Rcs: la sua offerta mista - titoli e cash - ottiene l’adesione del 48,82% del capitale, contro il 37,7% dell’Opa Bonomi che pure partiva in vantaggio col 22,6% del capitale in mano ai soci della cordata Diego Della Valle, Mediobanca, UnipolSai e Pirelli. Al risultato, si è appreso da una nota diffusa in sera, ha contribuito l’apporto di 22,119 milioni di azioni, acquistate ieri ai blocchi, al prezzo unitario di 1 euro, da UT Communications (Urbano Cairo) e contestualmente apportate all’offerta.

Bonomi & C. hanno forse sottovalutato la determinazione dell’editore alessandrino che ha potuto contare su una squadra altrettanto determinata con gli advisor Banca Imi (la banca d’affari di Intesa guidata da Gaetano Miccichè), Equita e lo studio legale EredeBonelli. Tant’è che, a quanto risulta, nei giorni scorsi la cordata ha rifiutato l’offerta di un gruppo di fondi che voleva cedere un pacchetto dell’8% a meno di 1 euro. Sarebbe stata superata la soglia del 30%, trasformando l’Opa da volontaria a obbligatoria, e sarebbe scattata subito la clausola del cambio di controllo che richiedeva l’ok delle banche creditrici.

Ora l’unica incognita è se verranno ugualmente ritirate le azioni consegnate all’Opa Bonomi che gli investitori non volessero girare all’Opas Cairo. Giovedì la cordata Bonomi aveva inviato due fairness opinion alla Consob per invitarla a considerare gli interessi degli investitori che avevano aderito alla sua Opa nel caso in cui quest’ultima fosse risultata soccombente. Le due fairness opinion erano a supporto della tesi secondo cui chi aveva aderito all’offerta per contanti voleva monetizzare, e quindi uscire, non invece scambiare titoli - come nella proposta dell’Ops Cairo, all’ultimo rilancio diventata Opas (0,18 azioni di Cairo Communication più 0,25 euro in contanti) - restando comunque in partita con un’altra esposizione. I legali di Cairo hanno sostenuto invece che l’offerta soccombente è da considerare decaduta e che quindi i titoli vengono girati o tornano agli investitori. Consob, sommersa di esposti, pareri di parte e richieste di chiarimento da entrambi i contendenti nelle ultime settimane, ha deciso di non esprimersi, per non interferire, fino al termine delle offerte, lasciando così qualche dubbio sulle regole del gioco, visto che sui due fronti le divergenze erano pressochè totali.

Con questo distacco, si allontana comunque l’incubo di un contenzioso che avrebbe potuto avere l’effetto di paralizzare l’azienda e condurre allo smembramento del gruppo. I soci storici resteranno con il 24,25% che hanno di proprietà (il 22,6% iniziale più i titoli acquistati sul mercto questa settimana) e probabilmente accetteranno le indicazioni della Consob sul resto delle azioni. Le azioni consegnate all’Opa Bonomi potranno comunque essere girate all’Opas Cairo entro i cinque giorni precedenti il 28 luglio (28 luglio compreso).

Rcs sarà gestita dal nuovo azionista di maggioranza (quasi assoluta), Urbano Cairo, che ha già fatto sapere che, come prima cosa cambierà il consiglio di amministrazione. La delega al consiglio per aumentare il capitale fino a 200 milioni, da spendere entro giugno dell’anno prossimo, probabilmente verrà lasciata cadere, visto che l’editore piemontese vuole esportare la cura di efficientamento già sperimentata in casa propria e con La7, e prima vorrà verificarne gli effetti.

Sull’esito delle offerte non ha influito il pacchetto, pari al 3,486% del capitale Rcs, che fa capo all’imprenditore della sanità Paolo Rotelli perchè la quota è stata divisa e conferita in parti uguali all'Opas di Urbano Cairo e all'Opa promossa da Bonomi e soci. Non c’era obbligo di disclosure, ma la famiglia l’ha fatto sapere quando era ancora in corso la caccia all’ultima azione. Un modo intelligente di non schierarsi, perchè le adesioni all’offerta soccombente potranno essere girate all’offerta vincente. Il capostipite Giuseppe Rotelli, che coltivava una passione per l’editoria, era arrivato a possedere più del 16% di Rcs, primo singolo azionista, ma mai entrato nel patto di sindacato che per anni ha avuto il controllo assoluto del capitale. Rotelli era vicino a Giovanni Bazoli, grande sponsor della soluzione industriale centrata su Urbano Cairo.

All’Opas, oltre ai fondi Antares, Nextam e Ersel con l’11% complessivo, hanno aderito anche i fondi Schoders e Vanguard, accreditati compressivamente di avere una quota intorno all’8%. I due fondi erano vicini a John Elkann, ed erano entrati nel capitale di Rcs - o comunque avevano incrementato la quota - quando a reggere le redini dell’azienda c’era Pietro Scott Jovane. Fca però a maggio si è disimpegnata, scindendo la partecipazione tra i suoi azionisti.

Il titolo Rcs è sceso ieri fino a un minimo di 0,89 centesimi per poi chiudere poco variato a 0,94 euro (-0,27%). Finite le offerte che hanno avuto l’effetto di raddoppiare le quotazioni nel giro di poco più di tre mesi, ora la tenuta delle quotazioni verrà messa alla prova. Da verificare se e come verrà ricostituito il flottante che, tolte le azioni consegnate, oggi è ridotto al 13,5 per cento.

© Riproduzione riservata