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Quell’anomalia sul credito facile che ha deragliato la banca senese

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L'Analisi|In primo piano

Quell’anomalia sul credito facile che ha deragliato la banca senese

Di quei 48 miliardi persi dall’intero sistema bancario italiano, allo Zenit della crisi dal 2011 al 2014, 14,5 miliardi, quasi uno su tre, erano appannaggio di una sola banca. Basta questo a dire dell’anomalia profonda di Mps, vera punta dell’iceberg e non da ieri della crisi bancaria. Certo c’è di mezzo a fare di Siena il sorvegliato speciale di questi anni, lo sciagurato affaire AntonVeneta, ma il grosso del buco nei conti di Siena è venuto dai crediti malati. Solo le svalutazioni delle sofferenze e incagli sono costate quasi 15 miliardi e solo in quel lasso di tempo. Un termometro puntuale della vera afflizione della banca toscana è sempre stata la pessima qualità del credito. Ancora oggi ( o meglio ieri dopo l’operazione cessione), nonostante le pulizie già effettuate, Mps vanta 24 miliardi di crediti malati netti, oltre il 21% del totale di un portafoglio che è andato pure dimagrendo. Una cifra record che vale più del doppio delle migliori banche italiane e oltre le due volte il capitale della banca. Un’anomalia così profonda segnala che qualcosa a Siena ha funzionato davvero male. Non si può dire che la colpa è della crisi, o che Mps era concentrata sul credito alle Pmi. Troppo facile. Anche per Ubi o Bpm che presentano crediti malati che sono meno della metà di Mps c’è stata la crisi e il loro mercato era anche di Pmi. Il solo fattore che entra in gioco a questo punto è la selezione del merito di credito ed evidentemente quella voglia di fare volumi a tutti i costi che deve avere contrassegnato la gestione Mussari-Vigni negli anni pre-crisi. Un dato rende l’idea: dal 2006 al 2010 gli impieghi di Mps sono saliti da 92 miliardi a 159 miliardi con una crescita del 72%. Nessuna banca ha visto crescere i suoi prestiti a questi ritmi. E così se hai dato credito a pioggia non c’è da stupirsi che la recessione ti porti il doppio delle sofferenze degli altri. C’è da chiedersi se c’era a Siena una gestione sana e prudente nell’erogazione del credito che è il compito principe di ogni banchiere. Ma come si sa Mussari prima di Mps non aveva mai fatto il banchiere.

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