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Cementir Holding rileva gli asset belgi di Heidelberg

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Cementir Holding rileva gli asset belgi di Heidelberg

(Ansa)
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Cementir Holding avanza nel cuore dell’Europa continentale e annuncia l’acquisizione degli asset belgi che HeidelbergCement, su pressione di Bruxelles, ha dovuto mettere in vendita dopo le nozze con Italcementi. Il controvalore dell’operazione è di 312 milioni di euro e il closing dovrebbe arrivare a valle dell’ok dell’Antitrust europeo atteso per ottobre. Con questa operazione, il gruppo guidato da Francesco Caltagirone amplia ulteriormente la propria diversificazione geografica e il portafoglio, aumentando in modo assai significativo la sua esposizione nel settore degli inerti.

Sul piatto della transazione, c’è la controllata belga di Italcementi, Compagnie des Ciments Belges, che ha in pancia l’impianto di Gaurain-Ramecroix, il più grande stabilimento integrato di cemento in Francia-Benelux, al quale è collegata l’omonima cava di 600 ettari, la più vasta del Vecchio Continente e una delle principali al mondo. Entro la fine della settimana, poi, il gruppo capitolino dovrebbe annunciare anche la finalizzazione dell’altra operazione che ha tenuto banco nei mesi scorsi: l’acquisizione del ramo d’azienda di Sacci per 125 milioni di euro.

I benefici sono evidenti: in un colpo solo, Cementir Holding conquista un avamposto strategico nel cuore dell'Europa occidentale e riequilibra il proprio portafoglio - le cui tessere principali sono rappresentate dal cemento grigio e bianco e dal calcestruzzo -, arrivando a più che raddoppiare l'esposizione nel settore degli inerti. Così ieri il gruppo capitolino guidato da Francesco Caltagirone ha annunciato l'acquisizione, per il tramite di Aalborg Portland Holding (controllata indirettamente al 100% da Cementir), delle attività detenute in Belgio da HeidelbergCement.

Sul piatto dell'intesa, sottoscritta con Ciment Français, braccio internazionale di Italcementi e finito nell'orbita di HeidelbergCement dopo l'integrazione tra i due gruppi, c'è sostanzialmente la controllata belga Compagnie des Ciments Belges (CCB) che ha in pancia l'impianto di Gaurain-Ramecroix, il più grande stabilmento integrato di cemento in Francia-Benelux: nel solo 2015, 2 milioni di tonnellate di cemento prodotte e 1,8 milioni vendute, cui si affiancano 5 milioni di tonnellate di inerti e 0,8 milioni di metri cubi di calcestruzzo, con ricavi pro-forma per 180 milioni di euro e 434 persone impiegate. All'impianto è poi collegata la cava di Gaurain, la più grande d'Europa e una delle maggiori al mondo, con una superficie di 600 ettari (pari a 700 campi di calcio) e riserve sufficienti per quasi un secolo.

Quanto basta, insomma, per giustificare i 312 milioni, tra equity e debito, messi sul piatto da Cementir Holding per rilevare CCB. Se poi si considera che l'impianto serve quattro paesi (il 60% delle vendite è destinato allo stesso Belgio, il 5-6% a Olanda e Germania e il 30% alla Francia, il più grande mercato del cemento in Europa), ben si comprende perché il gruppo capitolino abbia scelto di concentrare su questo asset i propri sforzi.
La provvista sarà resa disponibile da un pool di banche che garantirà nuove linee di credito per l'operazione e per rifinanziare quelle esistenti. Secondo fonti di mercato, il gruppo avrebbe affidato a Banca Imi, Bnp Paribas e Mediobanca, la sindacazione del prestito necessario per assicurare la copertura finanziaria del deal.

Per il closing, dovranno andare a traguardo tutti i tasselli previsti in questo tipo di transazioni, ma soprattutto dovrà essere incassato il via libera dell'Antitrust europeo, atteso per ottobre, a valle del quale l'operazione sarà finalizzata. Come si ricorderà, infatti, a fine maggio l'Unione Europea e l'Antitrust Ue avevano accordato il loro disco verde a HeidelbergCement per l'acquisizione di Italcementi, condizionandolo però alla cessione delle attività detenute dalla famiglia Pesenti in Belgio. Analogamente, a fine giugno, anche l'Autorità per la concorrenza americana, la Federal Trade Commission, aveva subordinato il proprio ok al rispetto di alcune condizioni, tra cui la cessione dell'impianto di cemento di Italcementi in West Virginia e di sette terminal che però, come spiega il numero uno di Cementir, Francesco Caltagirone, nell'intervista sottostante, non sono nei radar del gruppo capitolino.

Cementir si prepara, invece, a finalizzare entro la fine di questa settimana - il 28 luglio è in programma il cda per i conti semestrali - l'acquisizione del ramo d'azienda di Sacci per un corrispettivo pari a 125 milioni. Per sostenere lo sforzo finanziario, il cda del gruppo romano ha approvato, il 12 luglio scorso, un finanziamento di eguale importo da Ical 2 che, come Cementir, è controllata da FGC, la holding di controllo del gruppo Caltagirone. Il ramo di Sacci che sarà rilevato include cinque stabilimenti per la produzione di cemento (Testi-Greve in Chianti, Castelraimondo, Cagnano Amiterno, Tavernola Bergamasca e Livorno), i tre terminali di Manfredonia, Ravenna e Vasto, gli impianti di betonaggio localizzati principalmente nel centro Italia, il servizio trasporti, nonché le quote di partecipazione nelle società consortili Energy for Growth e San Paolo e nella società di diritto svizzero Fenicem Sa. L'offerta vincolante per tali asset è stata presentata dalla controllata Cementir Italia e recepita nel piano concordatario di Sacci che, agli inizi di giugno, è stato omologato dal tribunale di Roma dopo il voto positivo dei creditori dell'azienda.

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