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La soluzione al caso Mps e i benefici per il sistema

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L'Editoriale|ITALIA

La soluzione al caso Mps e i benefici per il sistema

Un piano credibile di rilancio del Monte Paschi con capitali privati e senza penalizzazione degli obbligazionisti retail e istituzionali. La promozione di 4 delle 5 maggiori banche italiane agli stress test condotti dall’Eba. E le indicazioni informali positive che filtrano dagli stress test condotti direttamente dalla Bce sulle banche di media dimensione. Il quadro generale del sistema del credito italiano che emerge dal D-day delle banche europee è più che soddisfacente. Smentendo le previsioni (interessate?) di quanti per settimane hanno descritto le banche italiane come «zombie», contribuendo ad affossarne le quotazioni di Borsa.

Eventuali reazioni euforiche sarebbero sbagliate. La soluzione dell’emergenza Mps è certamente una svolta per l’intero sistema. Ma per le banche molto lavoro resta ancora da fare, perché il contesto generale dell’economia resta difficile e perché il nodo dello smaltimento dei crediti in sofferenza va affrontato soprattutto dagli istituti più fragili. Lo schema adottato dal Monte, con la cessione in blocco di 27 miliardi di sofferenze lorde, dimostra che il lavoro di Governo, Autorità e sistema bancario comincia a dare i suoi frutti. La maxi-cartolarizzazione di Mps si è resa possibile grazie ai capitali privati garantiti da JP Morgan e Mediobanca ma anche grazie al sistema Gacs di garanzia pubblica e all’utilizzo delle risorse del fondo Atlante promosso dall’intero sistema finanziario.

Risolta l’emergenza di un gruppo di grandi dimensioni come Mps, è necessario adottare in tempi rapidi la dotazione di Atlante per replicare, anche sulle banche di minori dimensioni, una serie di transazioni sugli Npl che determinino un nuovo prezzo di mercato che sia stabilmente superiore ai 30 centesimi (rispetto ai 40 iscritti attualmente in media nei bilanci bancari). Il riprezzamento dei crediti in sofferenza, in un mercato di fatto inesistente e gestito finora da 4-5 private equity che puntano a rendimenti esorbitanti, agevola il percorso di cessione delle sofferenze che, come ha ricordato anche di recente il presidente della Bce Mario Draghi, richiede tempo e deve avvenire con gradualità. La cessione di Npl a prezzi più vicini ai valori di bilancio delle banche riduce eventuali esigenze di aumento di capitale che, con il repricing delle azioni, diventano più gestibili.

Nella nuova era del bail-in e dei tassi-zero, risolvere i pochi casi di banche in crisi è interesse dell’intero sistema finanziario. In Italia, a partire dalle assicurazioni e dagli investitori istituzionali che investiranno ancora nel fondo Atlante anche per tutelare gli investimenti in obbligazioni bancarie dai rendimenti elevati. Ma, come emerge dal maxi-consorzio per la garanzia per l’aumento di Mps, anche le grandi banche di Wall Street stanno dimostrando di credere nel rilancio del settore.

L’esito degli stress test europei diffusi ieri in tarda serata ha confermato le indicazioni già pubblicate da questo giornale lo scorso week end. Solo Mps si trovava in condizioni di emergenza, le altre quattro grandi banche sono tutte ampiamente sopra il livello minimo fissato dall’Eba due anni fa al 5,5% (stavolta non esiste un livello minimo). È la conferma che il sistema dei big del credito italiano, pur tra le difficoltà indotte dalla lunga recessione degli ultimi anni, conserva una notevole solidità di fondo. E che, una volta risolto il caso Mps, tutti i soggetti in campo lavorino per risolvere i pochi casi di crisi ancora aperti.

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