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Intesa Sp, primo semestre in calo ma batte le stime. Confermati…

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Intesa Sp, primo semestre in calo ma batte le stime. Confermati dividendi per 3 mld

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Intesa Sanpaoloo ha chiuso il primo semestre con un utile netto in calo del 14,8% a 1,7 miliardi di euro. Il dato risente del contributo ordinario al fondo di risoluzione per l'intero 2016 già spesato nel periodo. Nel solo secondo trimestre, il risultato netto ha mostrato una contrazione del 4,1% a 901 milioni. I risultati sono comunque superiori alle attese degli analisti che si attendevano un utile netto attorno agli 800 milioni. Sul fronte dei ricavi, i proventi operativi netti sono calati del 5,6% nel semestre a 8,6 miliardi. Stabili gli oneri operativi a 4,2 miliardi. Il risultato della gestione operativa è scesa del 10,3% a 4,4 miliardi. Le rettifiche di valore nette sui crediti sono rimaste stabili a 1,6 miliardi. La banca conferma la solidità patrimoniale con un Cet1 al 12,9 tenendo conto dei dividendi maturati nel semestre. Per l'intero 2016 la banca conferma un utile netto in crescita rispetto al 2015 e 3 miliardi di dividendi cash, come previsto dal piano industriale.
Nel semestre, gli interessi netti sono scesi del 5,6% a 3,7 miliardi, le commissioni nette hanno registrato una contrazione del 5,2% a 3,5 miliardi e il risultato delle attività di negoziazione hanno mostrato un calo del 28,8% a 695 milioni. Sul fronte dei costi, le spese del personale sono salite del 2,2% a 2,6 miliardi mentre quelle amministrative sono calate del 4,9% a 1,2 miliardi. Il rapporto fra costi e ricavi misurato dal cost/income si attesat quindi al 48,7%. Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette è pari a 1.786 milioni di euro, rispetto ai 1.776 milioni del primo semestre 2015. Le rettifiche nette su crediti sono pari a 1.617 milioni, rispetto ai 1.614 milioni del primo semestre 2015. Sul fronte della qualità del credito, Intesa Sanpaolo vede un miglioramento sia negli stock che nei flussi. Nel dettaglio, nel semestre, il flusso lordo di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis cala del 35% a 3 miliardi di euro (-31% a 2 miliardi i flussi netti). In contrazione anche lo stock di crediti deteriorati che mostrano un -3% rispetto a fine 2015. Il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati è pari al 47,3% a fine giugno 2016, rispetto al 47,6% di fine 2015 (media dei concorrenti italiani: 41% nel primo trimestre 2016), con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 60,7% a fine giugno 2016 (61,8% a fine 2015).
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, i crediti verso la clientela sono pari a 360 miliardi di euro, in crescita del 3,7% rispetto al 31 dicembre 2015 e del 5,4% rispetto al 30 giugno 2015. Nel semestre la banca ha erogato 24 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine a famiglie e imprese italiane (+24% sul primo semestre 2015). Oltre 10 mila aziende sono state riportate in bonis nella prima parte dell'anno portanto a 40mila il dato complessivo dal 2014. Intanto a Piazza Affari il titolo che - dopo i conti era arrivato a perdere il 4,5%- è tornato sui livelli pre-semestrale.

Messina, già raggiunto il 90% circa dell’obiettivo di dividendi per 2016

Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, commentando i dati ha spiegato che « possiamo affermare che è già stato raggiunto il 90% circa dell’obiettivo di dividendi per il 2016, in una condizione di mercato di particolare complessità.Secondo gli stress test di venerdì scorso siamo l'unica grande banca in Europa che - anche nello scenario avverso - mostra una posizione di capitale in eccesso rispetto ai requisiti previsti dal regolatore. Ci collochiamo ai vertici europei anche in termini di redditività, grazie all’importante contributo di tutte le divisioni della Banca». Dai risultati degli stress di venerdì scorso, Intesa Sanpaolo è risultata tra le prime della classe in Europa e unica tra i big a essere sopra la soglia Srep, con un Cet1 transitional al 10,24% nello scenario avverso al 2018. È ovviamente inferiore al 12,98% riportato al 31 dicembre scorso, ma quasi il doppio della soglia critica del 5,5% e anche superiore al 9,5% attualmente in vigore come requisito Srep.

Messina ha inoltre aggiunto: «Ci confermiamo l'acceleratore dell'economia italiana: nel nostro Paese abbiamo erogato 24 miliardi di finanziamenti a medio lungo termine, con una crescita del 70% rispetto allo stesso periodo del 2014 e del 24% rispetto al primo semestre 2015. Nel solo settore dei mutui la crescita delle erogazioni è stata dell’80% su base annuale. Siamo stati vicini a 40.000 aziende che si sono risanate, abbiamo potuto così riportato in bonis 2miliardi di crediti deteriorati».

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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