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Il nuovo Parma inciampa sulla Consob

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Il nuovo Parma inciampa sulla Consob

  • –Simone Filippetti

Sfuma il sogno dell’azionariato popolare a Parma? Il GranDucato che vuole emulare il Barcellona, il più grande e vincente club al mondo. La quarta vita del Parma Calcio (passato attraverso 3 fallimenti) rischia di arenarsi sugli scogli della Consob. Gli «sceriffi» della Borsa hanno messo un occhio su quella che sarebbe l’operazione più innovativa nel mondo del calcio in Italia. Lo scorso maggio allo Stadio Tardini grandi festeggiamenti per la promozione del Parma Calcio in Lega Pro (la vecchia Serie C). Dodici mesi prima lo storico Parma FC,il «Dream Team» che fu di Calisto Tanzi aveva alzato bandiera bianca. Quel club che era sopravvissuto pure alla tempesta del crack Parmalat, alla fine si era schiantato sulla gestione di Tommaso Ghirardi (ultimo proprietario prima della fantomatica Dastraso, holding russo-cipriota). Un fallimento da 200 milioni: tre mesi e mezzo di rianimazione, con un duplice “commissariamento” (due curatori fallimentari), non erano serviti a nulla se non a far finire il campionato di Serie A. Scomparso il club, scomparso il nome e scomparso il titolo sportivo. Si ricomincia da zero: poche settimane dopo un gruppo di imprenditori locali riparte con il Parma Calcio 1913 dalla infima e negletta Serie D. Dietro la società dal nome benaugurante di Nuovo Inizio c’è il «Salotto Buono» della città: Marco Ferrari, considerato il cervello dietro l’operazione (ex consigliere del vecchio Parma FC), il costruttore Pizzarotti, il fondatore di Buongiorno Vitaminic Mauro Del Rio, la famiglia Dallara (quelli delle automobili da gara) e il patron di Errea (produttore di abbigliamento tecnico per lo sport) Angelo Gandolfi, che ha realizzato la maglia ufficiale della nazionale dell’Islanda, la vera rivelazione degli Europei 2016. Nuovo Inizio ha il 60% del club e il 40% è in mano alla Parma Partecipazioni Sportive (Ppc). Servono 1,5 milioni di euro, da trovare entro la fine del 2016. Ecco l’idea: fare come il Barcellona, l’azionariato popolare. Mossa accattivante: presidente è stato nominato quel Nevio Scala che fu l’allenatore del «Parma delle meraviglie», all’apice della gloria sportiva (8 coppe di cui 3 internazionali), quando il patron Tanzi non risparmiava soldi per vincere e portava campioni stranieri. Ai tifosi vengono offerte 15mila azioni della Ppc: costano 500 euro ciascuna. Chi ne compra più di 5, riceve titoli di «Serie A» (con diritto di voto), altrimenti ci si accontenta delle azioni di «Serie B», meno pregiate. Per ora risultano solo 423 soci, che hannoil 26% di Parma Calcio. Il tutto è spiegato in un documento di 11 pagine, scaricabile da internet. Peccato però che il tutto sia finito sotto le attenzioni della Consob: lo scorso ottobre, si apprende dal documento stesso, la commissione nazionale ha chiesto chiarimenti sull’iniziativa. Anche se è una roba da tifosi, quella di Ppc è una sollecitazione al pubblico risparmio a tutti gli effetti(come un fondo d’investimento venduto da un promotore finanziario). Ecco dunque che Ppc ha messo le mani avanti: di fatto il documento di offerta è stato scritto come se fosse un classico prospetto informativo di una società quotata, ma non lo è; né risulta sia stato presentato alla Consob per avere un ok. Già a pagina 1, però, si dice che il documento non è da considerarsi un prospetto . Una sorta di excusatio non petita per evitare problemi con le autorità? Di sicuro chi investe lo fa a proprio rischio e pericolo: le azioni Ppc in venditasono titoli totalmente illiquidi e redditività zero (i club di calcio non pagano dividendi, tantomeno il Parma, e la PPC, holding pura, vive di cedole). Il timore per il risparmiatore-ultrà di perdere tutto il capitale è alto (lo dice chiaramente anche la società) . Perciò Consob ha voluto vederci chiaro. «Alla data del presente prospetto, non risultano notificati rilievi» informa la società. Solo che il documento non è datato, mentre il sito internet della Ppc, reca come ultimo aggiornamento il 1 gennaio. Non si sa cosa sia successo nel frattempo. Il modello dei tifosi azionisti dalla Catalogna traslocherà sulla Via Emilia?

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