Finanza & Mercati

Le famiglie e il dilemma tra reddito incerto e tassi ai minimi

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l’analisi

Le famiglie e il dilemma tra reddito incerto e tassi ai minimi

Gli italiani stanno utilizzando con grande prudenza l’opportunità di finanziamento e solo negli ultimi mesi i nuovi mutui hanno mostrato una certa vivacità. Si riduce di poco l’utilizzo delle surroghe (quindi su contratti esistenti)che pesano poco meno della metà del totale. Senza una credibile ripresa economica resta difficile avviare una destinazione pluriennale di denaro che, fra risorse accumulate e finanziamenti disponibili, costituisce da sempre il maggiore impegno economico di una famiglia. La disponibilità di immobili è vasta (stimata in circa 7 milioni di abitazioni) e non riguarda solo le aree interne. L’acquisto di una casa per sé, per gli stretti familiari rimane nei pensieri degli italiani e l’ultima indagine del Centro Luigi Einaudi-Intesa Sanpaolo fissa nel 41% coloro che non sono pienamente soddisfatti dall’attuale abitazione anche se solo l’8% dichiara la propria volontà («appena potrò»)di cambiamento. L’insoddisfazione del rimanente 33% non porta alla decisione di acquistare a breve. Il contesto deflattivo favorisce il rinvio nella convinzione che i prezzi saranno anche più bassi in futuro o nei nuclei familiari emergono immediate opportunità di affitto o scambio scambio di appartamenti. Il progressivo invecchiamento della popolazione non porta, e non porterà, all’esigenza di grandi metrature.

Un mercato immobiliare poco vivace, frutto anche di una scarsa mobilità delle sedi di lavoro, si ritorce sui potenziali acquirenti già proprietari di case ritenute insoddisfacenti.Sta cambiando anche l’atteggiamento dei possessori di risparmi. Agli adulti, che «pur avendo risparmi per cambiare casa preferiscono tenerli per i figli o l’età della pensione». Nella protezione delle generazioni future c’è una importante svolta che valorizza - per la prima volta in modo così netto - l’investimento per la loro formazione per affrontare un mercato del lavoro più competitivo. Solo il 23% ammette di non avere risparmi sufficienti per cambiare casa. E sono quindi i potenziali beneficiari di condizioni di tasso e di mercato che dovrebbero consigliare, in questi mesi, almeno una valutazione approfondita. Per poi decidere.

Condizioni favorevoli di indebitamento rimarranno per qualche tempo ma non all’infinito. L’offerta abbondante di immobili, spesso però di bassa qualità, non è destinata a rientrare rapidamente. I ridottissimi ritorni dell’investimento finanziario portano inevitabilmente a ragionare - esercizio sempre utile quando si muove denaro - sull’opzione casa. L’acquisto per puro investimento resta sullo sfondo. Buono solo per alcune località turistiche di richiamo nazionale o internazionale, per le aree funzionali ai centri direzionali o universitari. Tasse (soprattutto)e solvibilità dell’inquilino restano disincentivi a un mercato che viene percepito come complesso. Rimane l’opzione seconda casa, dove trascorrere alcuni mesi all’anno, che tende a diventare una quasi prima-abitazione. Con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso. (vedi tabella).

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