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Big bank unite per creare un proprio bitcoin

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Big bank unite per creare un proprio bitcoin

NEW YORk

Non sono banche centrali, ma hanno un’ambizione in comune con loro: creare moneta. Una moneta che non ha più bisogno di essere coniata perché è interamente digitale, una nuova “bitcoin” per uso e consumo di grandi società finanziarie e delle loro transazioni.

La neo-valuta viene promossa da un consorzio di istituti guidato dalla svizzera Ubs e che oggi comprende anche l’americana Bank of New York Mellon e le altre europee Deutsche Bank e Santander, oltre al broker Icap. Ha già trovato persino un nome riconosciuto: Utility Settlement Coin, o Usc.

L’innovativo sistema di pagamenti e settlement delle transazioni sui mercati finanziari ricorre alla tecnologia “blockchain”, considerata particolarmente sicura e a prova di pirateria informatica per la gestione di transazioni in modo automatico e sulla base di algoritmi. Non ha bisogno di verifiche da parte di esterni ed è rapida e facile da monitorare.

E, per la precisione, conta sulle banche centrali e la loro aperta cooperazione piuttosto che sfidarle o crear loro grattacapi. Il consorzio, infatti, la sta attivamente presentando agli istituti centrali perché possa essere adottata e lanciata entro il 2018. Di sicuro il loro appello non cade nel nulla: numerose tra le più potenti, dalla Federal Reserve alla Bank of England e nel mondo forse in tutto 90 banche centrali, hanno ormai allo studio i pro e contro delle valute digitali.

La valuta digitale delle banche, più in dettaglio, è concepita per rappresentare un equivalente in contanti in ciascuna divisa garantita dagli istituti centrali, quali sono dollaro e euro. Sarebbe dunque convertibile in un deposito nella divisa considerata grazie alla presenza di altrettanti asset in contanti presso la banca centrale.

L’obiettivo di una simile rivoluzione nei sistemi di pagamento, clearing e settlement bancari - valute digitali sono o saranno presto esaminate da quattro-quinti delle banche commerciali al mondo - è anzitutto quello di una semplificazione e maggior efficienza che si tradurrebbe in costi significativamente inferiori.

Secondo alcune stime, ogni anno il settore finanziario spende tra i 65 e gli 80 miliardi di dollari per completare transazioni che al momento richiedono più giorni.

Ubs non ha lesinato le ambizioni. Ha definito la Usc come «contante digitale» e «componente chiave del futuro tessuto del mercati finanziari». La banca svizzera aveva concepito l’iniziativa fin dal 2015 con il supporto di una società specializzata in tecnologia blockchain, la Clearmatics. In seguito a lei si sono unite le altre banche internazionali.

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