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UniCredit, il mercato punta sul via libera al piano-cessioni

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UniCredit, il mercato punta sul via libera al piano-cessioni

Le voci di dismissioni di asset mettono il turbo a UniCredit. Ieri il titolo della banca di Piazza Gae Aulenti è stato il migliore del listino, grazie a un progresso dell’8,04% a 2,258 euro, sui massimi dell’ultimo mese. E per la prima volta da circa un mese si è riportato sopra i valori del 29 luglio (2,19 euro), data di pubblicazione degli stress test. Vivaci i volumi: sono stati scambiati 156 milioni di titoli, pari al 2,5% circa del capitale.

A spingere gli acquisti, come detto, sono le attese di possibili cessioni. In cima alla lista delle attività in vendita ci potrebbe essere anzitutto la controllata polacca Banca Pekao, che sarebbe finita - a quanto riportato dalla stampa polacca, - nel radar del gruppo assicurativo Pzu, Un’ipotesi, quella della vendita, che non è stata confermata ma neppure smentita da parte dei soggetti interessati, lasciando quindi la porta aperta alle valutazioni del mercato.

Lo stesso Ceo di Pzu Michal Krupinski ieri ha affermato di voler investire con decisione nel comparto bancario, pur senza fare commenti su Pekao. Negli ultimi giorni, tuttavia, i giornali polacchi avevano fatto filtrare la notizia di una missione a Milano del manager a breve, forse già oggi, per discutere con i vertici di Unicredit su Pekao.

Lo scorso 12 luglio, in occasione della cessione del 10% di Pekao, Unicredit aveva sottolineato in un comunicato che sulla quota restante ci sarebbe stato un lock up di 90 giorni «soggetto ad eccezioni usuali per questo tipo di operazione». Oggi Pekao, banca quotata alla Borsa di Varsavia, è controllata al 40,1% da UniCredit.

Ma non basta. Ad alimentare l’entusiasmo degli investitori è stata anche l’indiscrezione riportata ieri da Il Sole 24 Ore relativa a un pre-sondaggio condotto nel settore dell’asset management in vista della possibile cessione del 100% di Pioneer. La società attiva nel comparto della gestione di risparmio, messo da parte il dossier della possibile partnership con il Santander, avrebbe una valutazione di 3 miliardi,secondo alcune indicazioni di mercato.

È evidente che la combinazione di queste due indiscrezioni ha rasserenato il clima sul titolo: una o più cessioni permetterebbero di contenere l’importo dell’aumento di capitale - che il mercato da oramai per scontato - ed è stimato tra i 4 e gli 8 miliardi. Si vedrà. Certo è che le eventuali, probabili, decisioni verranno prese da UniCredit a fine anno, insieme al piano industriale, e solo una volta che ci sarà più visibilità sull’indicazione della nuova soglia minima di capitale in ambito Srep da parte della Bce. In quest’ottica, l’a.d Jean Pierre Mustier vuole tenersi le mani libere. E come annunciato a luglio sta varando una revisione strategica dell’intero portafoglio di attività. Con il contributo degli advisor finanziari internazionali (si veda Il Sole 24Ore di ieri) sta sondando il mercato per verificare l’appeal dei diversi asset. Da Pekao a Pioneer, da Fineco a Yapi Kredi, le valutazioni sulle controllate sono ad ampio raggio. Del resto proprio in occasione del suo insediamento la banca aveva annunciato che «tutti gli asset, nessuno escluso» sarebbero stati soggetti ad approfondimenti in vista di una loro «generazione di valore incrementale, potenzialmente anche attraverso dismissioni». Ragionevole poi che, a valle di questa verifica, la banca proceda a cedere asset solo qualora il prezzo offerto (e la conseguente generazione di plusvalenza sul capitale) incontri adeguatamente le attese, considerando anche il contraccolpo negativo che la vendita avrà sulla redditività.

Intanto, a conferma del riaccendersi di un clima di interesse sul titolo, va detto che la banca ha lanciato una nuova emissione obbligazionaria a tasso fisso per un miliardo di euro registrando una domanda per 2 miliardi. A seguito del feedback positivo, la price guidance, annunciata inizialmente a circa 25 punti base, è stata ridotta e fissata a 20 punti base sopra il tasso swap di scadenza equivalente, al di sotto delle indicazioni iniziali.

Infine, da segnalare che i rumors su UniCredit (il cui titolo ha guadagnato il 16,5% nelle ultime tre sedute) hanno dato nuova linfa al clima positivo che nelle ultime sedute si è registrato sulle banche italiane. Ieri Bpm ha chiuso ad esempio in crescita del 3,48%, Intesa Sanpaolo del 3,04%, Ubi dell’1,68%, Banco Popolare dell’1,62%, Mps dell’1,05%.


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