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Banche, pressing per le fusioni

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la questione bancaria

Banche, pressing per le fusioni

Imagoeconomica
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«Le banche devono aggregarsi. Ci sono più poltrone e filiali che nel resto del mondo». Non è la prima volta che Renzi sottolinea la necessità di un consolidamento del settore bancario. Ma farlo a Cernobbio ha una valenza maggiore. Perchè, quando lo dice, il premier ha davanti a sè alcuni dei volti più noti dell’economia e della finanza italiana. Non ci sono tutti, va detto, complice anche il cambio di programma dell’ultimo minuto, con la visita anticipata dal sabato (quando si presentò lo scorso anno) al venerdì. Ma il senso non cambia: è a loro che il capo del Governo si rivolge direttamente nel corso del suo intervento al Forum Ambrosetti. E poi subito dopo, nel corso di un question time a tutto campo.

L’appuntamento sul Lago di Como serve così a invitare il settore a fare un passo che, al netto dell’operazione di fusione tra Banco Popolare e Bpm oramai in rampa di lancio, poche banche hanno voglia di fare. Troppe le incertezze regolamentari. Troppa la paura che la Vigilanza chieda, in caso di aggregazione, più capitale a copertura delle sofferenze, come accaduto nel caso del Banco Popolare. Troppa scarsa, forse, anche la volontà nel mondo del credito di lasciare posizioni apicali, peraltro in rappresentanza di territori che vivono proprio grazie al prestito bancario. Anche per questo Renzi ricorda che «il messaggio forte» contenuto nella legge sulle popolari - che ha costretto le prime dieci banche popolari italiane ad abbandonare il voto capitario - è «fuori la politica dalla banche».

Ma Renzi si scaglia anche contro l’intera “classe dirigente” che, è il suo ragionamento, ha le sue colpe nell’aver provocato le difficoltà odierne del mercato bancario, ignorando nel corso degli anni i rischi connessi alla malagestio delle aziende bancarie. «Lasciatemi essere provocatorio: c’è stata una grande sottovalutazione negli anni scorsi, non solo della politica ma anche del gruppo dirigente, dagli accademici ai giornalisti, agli imprenditori e dei banchieri stessi», dice Renzi. Anche se è «la politica la principale responsabile della cosa pubblica». Così, mentre in Italia «i politici hanno pensato di poter avere ancora un impatto fortissimo nelle banche», nel resto di Europa si andava «verso un modello diverso, più serio. Ogni riferimento ad alcune banche, dal Monte dei Paschi alle Popolari è puramente voluto», è la chiosa del premier.

Renzi ricorda poi che il governo è intervenuto «togliendo ai dirigenti pubblici politici la possibilità di stare dentro nelle popolari come stanno, garantendo regole più corrette». Ecco perchè «credo ci siano le condizioni perché il tema delle banche, anche grazie al ruolo svolto da Atlante, possa essere affrontato nei prossimi mesi in via definitiva».

Il forum Ambrosetti è però anche l’occasione, per il presidente del Consiglio, per fare il punto sullo stato di salute del settore. Gli indici sono impietosi: nonostante il lieve recupero registrato nelle ultime sedute, Piazza Affari è in rosso del 20% da inizio anno. Secondo Renzi, tuttavia, il calo segnato dalla Borsa, e dalle banche in particolare, non ha a che vedere con le incertezze sull’esito del referendum costituzionale previsto in autunno. Ma piuttosto, come spiega nel “question time” a porte chiuse, al nodo delle sofferenze. Un fronte, questo, su cui potrà giocare un ruolo di rilievo il fondo Atlante. «Credo che ci siano le condizioni per cui il tema delle banche, anche grazie lavoro svolto al fondo Atlante, possa essere affrontato in via definitiva nei prossimi mesi». Il capo del Governo tiene anche a sottolineare, come già accaduto più volte in passato, che «c’è la consapevolezza che il nostro sistema bancario è assai più solido di come viene raccontato».

Infine, una nota su Mps, dove il Tesoro è peraltro primo azionista con il 4%. Sul tema dell’aumento di capitale da 5 miliardi, Renzi si augura che l’operazione «possa concludersi entro l’anno». Mentre più nel dettaglio, Pier Carlo Padoan ha detto a Reuters che non ha ancora deciso come comportarsi in occasione dell’aumento di capitale dell’istituto senese. «Valuteremo cosa fare, dipenderà anche dalle modalità con cui si svolgerà l’aumento».

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