La Juventus ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2016 in attivo, per il secondo anno consecutivo. È quanto si ricava dai dati pubblicati da Exor, la holding che possiede il 63,77% del club bianconero.
Nella relazione semestrale di Exor, approvata dal cda guidato da John Elkann (vicepresidente Sergio Marchionne), l’Fc Juventus ha riportato nel semestre gennaio-giugno 2016 una perdita netta di 26,7 milioni. Nel semestre precedente, luglio-dicembre 2015, la Juventus aveva riportato un utile di 30,3 milioni. Dalla somma algebrica dei due periodi, che coincidono con l’esercizio finanziario del club, si ottiene un utile netto aggregato di 3,6 milioni.
Non è detto che questa cifra coincida con il risultato di bilancio della Juventus, il documento sarà esaminato dal cda il 21 settembre. Exor avverte che «i dati interinali non possono rappresentare la base per proiezioni riferite all’intero esercizio» della squadra di calcio. Tuttavia, poiché nella campagna trasferimenti conclusa il 31 agosto non ci sono state operazioni che abbiano provocato svalutazioni o minusvalenze da registrare nel bilancio al 30 giugno scorso, è corretto ritenere, come confermato al Sole 24 Ore da fonti autorevoli, che il bilancio della Juventus al 30 giugno 2016 si è chiuso in attivo. Sarà un utile di pochi milioni, la cifra ufficiale potrebbe discostarsi dai 3,6 milioni dell’utile «aggregato», ma significativo perché coincide con un’altra stagione di successi sportivi, il quinto scudetto consecutivo nella gestione del presidente Andrea Agnelli, con gli a.d. Giuseppe Marotta e Aldo Mazzia. Il bilancio precedente era in utile per 2,3 milioni.
Il bilancio al 30 giugno 2016 ha beneficiato della plusvalenza di 31,7 milioni per la cessione di Arturo Vidal al Bayern Monaco. Secondo i dati di Exor, il patrimonio netto della Juventus al 30 giugno è di 52,7 milioni, i debiti finanziari netti sono aumentati di 10,5 milioni a 199,4 milioni.
Reduce da una campagna acquisti con impegni di spesa per almeno 154 milioni, autofinanziata con le cessioni, la Juventus ha prospettive positive anche grazie alla riforma della Champions League che scatterà dal 2018-2019. Progetto spinto da Agnelli e dall’a.d. del Bayern, Karl-Heinz Rummenigge. Con la garanzia di quattro posti per l’Italia sui 32 totali, si profila un aumento degli incassi per i più forti club italiani.
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