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Trading globale sulle valute, primo stop dopo 15 anni

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Trading globale sulle valute, primo stop dopo 15 anni

NEW YORK - Gli scambi valutari hanno riservato una sorpresa: i volumi quotidiani su questo colossale mercato globale, nel 2016, sono diminuiti del 5,5% a 5.100 miliardi di dollari dai quasi 5.400 miliardi del 2013.
Si tratta della prima flessione riportata in quindici anni, stando alle misurazioni effettuate ad aprile dalla Bank for International Settlements che conduce un sondaggio sulle piazze finanziarie su base triennale. Non solo: il declino è avvenuto in un clima che negli ultimi anni ha visto un recupero di volatilità che avrebbe potuto favorire il trading.

La sorpresa, però, è soltanto relativa e neppure necessariamente negativa. Gli ultimi anni, quelli del dopo-crisi, sono stati infatti caratterizzati da cambiamenti ed evoluzioni sui mercati che hanno contribuito a tenere a freno i volumi. Tra simili fattori, anzitutto, vanno contate le strette delle autorità regolamentazione sulle grandi banche, mirate a meglio controllare e ridurre i rischi della finanza. E poi le ripercussioni negative subite da numerosi di quegli stessi grandi istituti sull'onda di scandali di manipolazione dei mercati internazionali, dai tassi di interesse fino, appunto, al Forex.

“La sorpresa non è necessariamente negativa. Gli ultimi anni sono stati infatti caratterizzati da cambiamenti sui mercati che hanno contribuito a tenere a freno i volumi”

 

Nell'ultimo rapporto, il maggior movimento registrato da una valuta spetta al dollaro, che nell'arco del periodo considerato si è rafforzato contro i principali concorrenti del 16 per cento. La moneta statunitense ha rafforzato anche la sua posizione mondiale dominante: è coinvolta nell'88% di tutte le transazioni contro l'87% mostrato dal precedente sondaggio. L'euro continua invece a scontare la crisi del progetto della valuta unica europea: la sua quota è diminuita al 31% dal 33 per cento. Nel 2009 aveva addirittura raggiunto il 39 per cento.

I MOVIMENTI DELLE PRINCIPALI VALUTE
% di tutte le transazioni. Dati medi ad aprile. (*) Monete Paesi emergenti. (**) Yuan cinese (Fonte: Triennial Central Bank Survey, Bank for International Settlements)

Dal rapporto, con dati ad aprile, si evince inoltre la crescente diffusione delle valute di grandi paesi emergenti, forti oggi di una quota del 21,2% dal 18,8% del passato. Il remninbi cinese ha in particolare raddoppiato la propria quota di mercato al 4% ed è diventata l'ottava divisa al mondo per ampiezza di scambi. Ha anche soppiantato il peso messicano quale divisa emergente più diffusa.
Nell'insieme del trading la flessione è stata concentrata sulle transazioni spot, scivolate del 15% a 1.700 miliardi di dollari. In aumento, invece, i volumi nei prodotti derivati, in particolare gli swap in valuta estera lievitati del 6% a 2.400 miliardi. Anche in questo caso, tuttavia, l'incremento rappresenta una frenata rispetto all'assai più robusta crescita del 27% messa a segno nel triennio precedente.

Nel novero dei protagonisti del mercato, negli ultimi anni, sono infine emerse accanto ai grandi istituti le piccole banche e società finanziarie, come fondi pensione, fondi comuni e hedge funds. I grandi vecchi del settore hanno però di recente ritrovato almeno in parte smalto: la quota di trading in mano ai grandi dealer è risalita al 42% dal 39%, mettendo a segno il primo incremento dal 1995. Il trading valutario, sotto il profilo geografico, si è confermato concentrato in cinque grandi capitali: Londra (che guida il gruppo con il 37% seppur calata dal 41%), seguita da New York (stabile al 19%), Tokio, Hong Kong e Singapore (assieme passate al 21% dal 15%).

LA QUOTA DI TRADING IN MANO AI GRANDI DEALER
Numero di transazioni in miliardi di dollari e % sul totale. Dati ad aprile (Fonte: Triennial Central Bank Survey, Bank for International Settlements)

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