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Exor, sì al trasferimento in Olanda

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RIASSETTI

Exor, sì al trasferimento in Olanda

John Elkann presidente e A.D. Exor . (Ansa)
John Elkann presidente e A.D. Exor . (Ansa)

È durata poco più di un’ora l’ultima assemblea delle aziende quotate della galassia Agnelli a Torino. I soci di Exor - la holding controllata al 53% dalla Giovanni Agnelli & C. - hanno approvato a maggioranza, in sede straordianaria, la fusione con la olandese Exor Nv e il conseguente trasferimento della sede sociale ad Amsterdam, dove si trovano già quelle di Fiat Chrysler, Cnh Industrial e Ferrari. La stessa accomandita Giovanni Agnelli & C. ha poi a sua volta tenuto l’assemblea straordinaria in cui i soci - tutti gli eredi del fondatore della Fiat - hanno approvato la fusione con la olandese GA B.V. (che al perfezionamento della operazione assumerà la denominazione Giovanni Agnelli B.V.) e lo spostamento della sede.

Le due fusioni, al piano di Exor e a quello dell’accomandita, dovrebbero andare in porto entro fine anno «subordinatamente al verificarsi o alla rinuncia delle condizioni sospensive». Tra queste ultime c’è per Exor quella che limita a 400 milioni di euro l’esborso della società per il riacquisto delle azioni degli azionisti di minoranza in caso di esercizio del diritto di recesso; il rischio è per ora basso, visto che Exor riacquistebbe i titoli a 31,2348 euro l’uno (prezzo fissato ai sensi di legge) contro i 37,27 della quotazione di venerdì; ha comunque diritto al recesso ogni socio che non abbia votato a favore della fusione nell’assemblea di ieri. Exor e l’accomandita avranno anche il domicilio fiscale in Olanda, a differenza delle tre controllate operative (Fca, CnhI e Ferrari) che l’hanno a Londra. Il nuovo statuto della Exor olandese prevede che dopo cinque anni dal mantenimento dei titoli in portafoglio i soci stabili vedano i propri diritti di voto moltiplicati per cinque, e per dieci dopo dieci anni.

A margine dell’assemblea, il presidente di Exor John Elkann ha confermato i contatti in corso per il futuro di Magneti Marelli, società di componenti auto controllata da Fca: «Ci sono discussioni in corso legate al rafforzamento di Magneti Marelli» ha detto. Non si parla, almeno esplicitamente di vendita; i potenziali partner sono più d’uno, ha aggiunto Elkann. Tra di loro c’è anche la coreana Samsung il cui vice presidente Jae Yong Lee era a Torino e ha assistito all'assemblea in qualità di socio di Exor. “Abbiamo parlato di Marelli e anche di altro, per esempio loro hanno importanti interessi in campo assicurativi e noi abbiamo Partner Re” ha detto Elkann, facendo riferimento in quest'ultimo caso “a rapporti di tipo commerciale”.

Per quanto riguarda il dieselgate, con Fca nel mirino di accuse dalle autorità tedesche, la Commissione europea “assisterà” le autorità italiane e tedesche per “facilitare un punto di vista comune sul rispetto o sul mancato rispetto della normativa” per ciò che concerne l'eventuale violazione dei veicoli Fca delle regole sulle emissioni inquinanti”. Lo ha confermato ieri da Cernobbio la portavoce comunitaria responsabile dell'Industria Lucia Caudet. Venerdì l'esecutivo comunitario ha ricevuto una richiesta formale del ministero dei Trasporti tedesco in tal senso. L'assistenza implica un'opera di “mediazione” ha precisato Caudet. Ieri John Elkann ha ribadito, a domanda sul tema, che “il ministro Delrio è stato estremamente chiaro”; il responsabile del dicastero delle Infrastrutture e Trasporti ha dichiarato in un paio di occasioni che i controlli effettuati sui modelli Fca non hanno lasciato intravvedere alcun problema. L'Italia non ha peraltro ancora reso noti i risultati dei test sui motori diesel che il nostro governo, come altri in Europa, aveva annunciato un anno fa allo scoppio del dieselgate Volkswagen; Londra e Berlino hanno pubblicato i rispettivi documenti ad aprile, quello di Parigi è arrivato lo scorso 29 luglio.

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