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Fiducia della Borsa su Banco-Bpm

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Fiducia della Borsa su Banco-Bpm

  • –Luca Davi

Le assemblee dei soci si avvicinano, e in Borsa, almeno a vedere l’andamento degli ultimi giorni, sembra prevalere l’ottimismo rispetto al buon esito della fusione tra Banca Popolare di Milano e Banco Popolare.

Ieri le azioni della banca lombarda sono salite del 2,54% a 0,4 euro mentre quelle del Banco hanno guadagnato il 4,8%, a quota 2,4 euro. Progressi che hanno consolidato i rialzi dell’ultima settimana, in cui la banca milanese è cresciuta dell’8%, mentre quella veronese ha ripreso l’11% del suo valore.

A spingere ieri gli acquisti degli investitori, sottolineano gli osservatori, è stato un mix di fattori. Tra queste le indicazioni arrivate nel week end a Cernobbio dal finanziere Davide Serra. Il ceo di Algebris Investments, in un’intervista al Sole 24Ore (si veda l’edizione di sabato 3), ha reso noto di aver investito sulle due banche, confidando nel buon esito dell’assemblea di ottobre. «Se l’operazione non andasse a buon fine sarebbe una follia», ha detto Serra.

Alle parole di Serra si sono aggiunte quelle del presidente del Consiglio di Sorveglianza di Bpm, Nicola Rossi.

L’economista (si veda l’intervista al Sole 24Ore di domenica 4) ha auspicato il dialogo interno in vista dell’assemblea della seconda metà di ottobre così da colmare eventuali distanze. «Non dimentichiamo - ha detto Rossi - che il voto capitario per sua natura ha delle imponderabilità. Ecco perchè dico che bisogna lavorare perchè quella parte dei soci che oggi non fossero convinti lo diventino». Per l’economista serve che «si faccia ogni sforzo per raggiungere un consenso. Una cosa è certa: occorre far sì che l'assemblea non sia influenzata da reazioni di pancia».

Rossi ha inoltre sottolineato quali sono i temi su cui una parte del corpo sociale alimenta dei dubbi. «Tra le perplessità di una parte dei soci ci sono il welfare aziendale e i benefit del personale Bpm - ha aggiunto - Su tutti questi aspetti sarebbe opportuno evitare che le perplessità si cristallizzino». Parole che, nel complesso, hanno spinto gli analisti a vedere con ottimismo l’esito dell’assise di ottobre. «Continuiamo a ritenere che la fusione abbia elevate probabilità di successo», è stato il commento di Equita Sim di ieri.

Entro una decina di giorni, peraltro, dovrebbe arrivare l’approvazione formale all’aggregazione da parte della Bce, e in particolare sulla definizione dei nomi che comporrano il board della futura Bpm Spa, alla cui presidenza è stato designato Umberto Ambrosoli, dopo il passo indietro dello stesso Rossi.

Oggi intanto a Piazza Meda è previsto un Consiglio di Gestione che farà il punto dello stato di avanzamento dei lavori dei cantieri con il Banco Popolare e della road map futura. Se per le prossime settimane, in vista dell’assemblea, è previsto un road show sui territori da parte dei vertici bancari, sul fronte interno sono al lavoro i team congiunti dei due istituti.

Terminata la fase “diagnostica” in cui sono stati analizzati i diversi modelli organizzativi e operativi, si entra nel vivo del confronto con l’analisi comparata e la scelta delle best practices dei modelli operativi di Bpm e del Banco Popolare che verranno adottati dalla futura combined entity.

Entro dicembre ci sarà da alzare il velo poi su alcune scelte strategiche di rilievo. Tra i capitoli più interessanti c’è il fronte del risparmio gestito, dove le due banche sono presenti con Anima (Bpm) e Aletti Gestielle (Banco).

Possibile che le due società vengano mantenute distinte, con l’assegnazione ad Anima di un ruolo più strategico mentre ad Aletti Gestielle verrebbe assegnata maggiormente una funzione di distribuzione al mass market.

Le decisioni finali verranno comunque prese non a stretto giro, seppur entro fine anno, così da partire a inizio anno e con le reti già pronte per il cambio di regime.

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