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La statistica dice: settembre mese nero per le Borse. Perché?

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stagionalità dei mercati

La statistica dice: settembre mese nero per le Borse. Perché?

Se c’è un mese difficile in Borsa, dicono le statistiche, è proprio questo. Dal lontano 1950, il Dow Jones Industrial Average a settembre ha prodotto una perdita media dell’1,1%, mentre negli altri undici mesi ha dato vita a guadagni medi dello 0,8%. Dall’anno della sua nascita, il 1971, anche il Nasdaq in settembre ha sofferto un calo medio dell’1%.

Nicola Zanella, di YouInvest, ricorda che si tratta dell’unico mese con rendimenti negativi anche includendo i dividendi distribuiti dalle azioni. Il che spiega perché in letteratura si scriva spesso di “effetto settembre.” «Basti pensare che investendo sul mercato azionario globale (Msci World) solo nel mese di settembre ed escludendo i restanti mesi da fine 1969 al settembre 2011, si sarebbe registrata una perdita del 34% - spiega ancora - ovvero 100 unità di valuta locale investiti a settembre 1970 sarebbero diventati 66».

È vero che ad abbassare la media delle performance storiche di questo mese possono aver contribuito crolli epici, come quello del settembre 1931 (-29,7%). Ma è anche vero che i ”settembri” che hanno chiuso in positivo sono meno della metà.

Perché esiste questa anomalia? Spiegazioni definitive non sono ancora state trovate, nonostante si tratti di un fenomeno persistente a livello mondiale. Ci sono alcune ipotesi, ma non così convincenti. Una è che i fondi pensione statunitensi hanno periodi fiscali che terminano il 30 settembre e i gestori tendono a liquidare le posizioni in perdita prima di quella data. Un’altra chiama in causa le spese scolastiche e universitarie - che oltreoceano sono assai rilevanti - per cercare di spiegare le vendite di asset. Senza naturalmente dimenticare i “cigni neri”, come il fallimento di Lehman Brothers del 15 settembre 2008.

Se invece consideriamo le performance su base trimestrale, l’analisi dell’indice Msci World rivela che il peggior periodo per investire in Borsa è stato quello formato dai mesi di luglio-agosto-settembre: «investendo dal 1970 solo in questi mesi dell’anno, 100 unità di valuta locale sarebbero diventate nel 2011 84, con una perdita totale del 16%», spiega ancora Zanella. Molto più alti e soprattutto sopra il valore iniziale di 100 sono i risultati degli altri trimestri: 346 per gennaio-febbraio-marzo, 220 per aprile-maggio-giugno e 414 per ottobre-novembre-dicembre. Ma in realtà, il terzetto di mesi migliore è quello formato da novembre-dicembre-gennaio, con un risultato finale di 618». Il famoso “rally di Natale” dovuto agli aggiustamenti di portafogli dei gestori, che però a volte resta assente (più o meno giustificato).

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