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Si allungano i tempi per ChemChina-Syngenta

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Si allungano i tempi per ChemChina-Syngenta

LUGANO - Quella di ChemChina sul gruppo agrochimico elvetico Syngenta sta diventando una delle più lunghe offerte pubbliche di acquisto nella storia recente della finanza. Il colosso cinese ha annunciato infatti ieri il terzo rinvio della scadenza dell’opa. La maxi operazione, del valore di 43 miliardi di dollari, non terminerà quindi il 13 settembre come previsto, bensì l’8 novembre. ChemChina aveva reso nota la sua offerta, con il consenso del vertice Syngenta, tra febbraio e marzo scorsi. Un primo rinvio della scadenza era scattato in maggio, sino a luglio. Poi, in luglio, c’era stato un altro prolungamento, appunto sino a settembre.

Per la verità lo scoglio indicato come maggiore dalla gran parte degli analisti, cioè l’ok dell’autorità Usa che si occupa di investimenti stranieri e sicurezza nazionale, è stato superato il mese scorso. Syngenta ha un’importante presenza negli Stati Uniti e la luce verde arrivata da oltreoceano all’operazione ChemChina ha rassicurato molti. Però, evidentemente, da un lato percorso delle autorizzazioni delle autorità di diversi Paesi – come gli antitrust di Usa, Unione europea, Brasile – resta lungo e complesso, dall’altro una parte degli investitori si prende il suo tempo per l’adesione all’opa. Il gigante cinese, che è tra l’altro azionista di Pirelli, ha affermato ieri che l’offerta rimane comunque immutata e che prevede ancora di finalizzare la transazione entro quest’anno.

ChemChina offre 465 dollari (451 franchi al cambio attuale) per ogni azione Syngenta, più un dividendo straordinario di 5 franchi per titolo. Ieri a Zurigo l’azione del gruppo agrochimico svizzero è scesa dello 0,72%, a 429,60 franchi, in una giornata in cui l’indice elvetico Smi ha registrato un -0,07%. Ma dopo il 22 agosto, data del sì dell’autorità Usa su investimenti stranieri e sicurezza nazionale, l’azione era molto salita – da circa 380 franchi sino a un massimo di 433 franchi -, avvicinandosi così al livello del prezzo d'acquisto messo sul tavolo da ChemChina.

Nel settore dell’agrochimica alcuni tra i maggiori produttori di sementi e pesticidi sono protagonisti di un’onda di acquisizioni. L'americana Monsanto, ora nel mirino della tedesca Bayer, si era fatta avanti a suo tempo per acquistare la stessa Syngenta, senza però riuscirci. E due colossi americani della chimica, DuPont e Dow Chemical, si stanno unendo, con riflessi nell'agrochimica. Inoltre, le canadesi Potash e Agrium, attive nei fertilizzanti, hanno avviato nei giorni scorsi colloqui per una fusione.

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