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Nulla di fatto Bce. Borse deluse ma Milano chiude bene grazie al petrolio

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la giornata dei mercati

Nulla di fatto Bce. Borse deluse ma Milano chiude bene grazie al petrolio

Andamento titoli
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Il nulla di fatto della Bce e la mancata discussione in seno al consiglio direttivo su un prossimo ampliamento del programma di quantitative easing hanno deluso i listini azionari europei che tuttavia sul finale, grazie al rialzo del greggio dopo le scorte settimanali Usa in calo, hanno contenuto il passivo mentre le banche hanno portato Madrid (+1%) e Milano (+0,48% FTSE MIB) in rialzo.

Gli operatori si aspettavano infatti che già nell'incontro odierno il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi entrasse nel vivo sul potenziamento degli acquisti di asset oltre l'attuale scadenza di marzo 2017. Il Ftse Mib ha infilato il secondo rialzo consecutivo sostenuta in particolare dalle banche ma guidata da Salvatore Ferragamo (+4,3%) dopo la nomina di Paul Andrew a direttore creativo delle calzature femminili.

Brillante Monte dei Paschi (+3,6%), nel giorno del cda (che ha deciso la risoluzione del rapporto con l’ad Fabrizio Viola) , grazie alla migliore raccomandazione di Morgan Stanley (che ha tolto il consiglio a 'sottopesare' l'esposizione). Generali si è riportata sulla soglia dei 12 euro (+2,5%) mentre Unicredit (+2%) ha sfruttato le indiscrezioni sull'elevato interesse di potenziali compratori per l'asset manager Pioneer. Tra i candidati che valuteranno il dossier c'è anche Poste Italiane (-0,3%) - come anticipato da Il Sole 24 Ore - per la quale sembra slittare al 2017 il collocamento di una ulteriore tranche di azioni da parte del Tesoro. In fondo al Ftse Mib, Buzzi (-4%) e il settore auto.

Wall Street negativa. Brent vicino a 50 dollari dopo scorte Usa
Chiusura in territorio negativo per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,26% a 18.477,96 punti, il Nasdaq cede lo 0,46% a 5.259,48 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,23% a 2.181,12 punti. In netto rialzo il petrolio dopo il crollo a sorpresa delle scorte settimanali americane che nell'ottava chiusa il 2 settembre sono scese di oltre 14,5 milioni di barili: +4,66% il Wti a 47,62 dollari al barile, +3,7% il Brent a 49,77 dollari al barile. Sul fronte valutario, l'euro dopo un excursus a 1,13 dollari dopo il nulla di fatto della Bce ha perso terreno nei confronti del biglietto verde pur rimanendo al di sopra dei valori di mercoledì sera: 1,126 in chiusura da 1,1237 di ieri.

Crollo a sorpresa delle scorte Usa: -14,5 milioni di barili
Nella settimana conclusa il 2 settembre le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono crollate di 14,513 milioni di unità a 511,357 milioni, mentre gli analisti attendevano un aumento di 500.000 barili, dopo la salita di 2,276 milioni di unità precedente. Secondo i dati diffusi dal dipartimento all'Energia, gli stock di benzina sono scesi di 4,211 milioni di unità a 277,793 milioni, dopo il calo di 691.000 barili dei sette giorni precedenti e la discesa di 300.000 unità prevista.

Giù Francoforte e Parigi
Dopo una prima parte di seduta in apnea aspettando il responso della Banca centrale europea, i listini azionari - forse eccessivamente orientati sulla scommessa di nuovi annunci da Francoforte - hanno ingranato la retromarcia. "Sembra che il recente peggioramento dei dati relativi ai sondaggi e all’inflazione non sia ancora abbastanza significativo per spingere la Bce verso un ulteriore allentamento monetario - è il commento di Timothy Graf, Responsabile Macro Strategy di State Street Global Markets EMEA - Mentre non sorprende la mancanza di reazione sulla politica monetaria, dato l’atteggiamento tradizionalmente cauto della Bce, ci aspettavamo qualche parola che preparasse il mercato per un allentamento verso fine anno". "Ci aspettiamo che una estensione del Quantitative Easing e cambiamenti alle regole tecniche del programma di acquisti di titoli vengano annunciati prima della fine dell'anno, probabilmente nel meeting di dicembre" è l'opinione degli economisti di Unicredit. Se Madrid e Milano sono state le migliori in Europa, Francoforte ha lasciato sul terreno lo 0,72%, Parigi lo 0,34% mentre Londra è riuscita a recuperare nel finale (+0,18% il Ftse100).

Negli Usa in calo le richieste di sussidio da parte dei disoccupati
Nei sette giorni conclusi il 3 settembre il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è calato, confermandosi vicino ai minimi storici. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese di 4.000 unità a 259.000, contro le 263.000 della settimana precedente (dato invariato rispetto alla prima stima) e al livello più basso dalla settimana del 16 luglio. Il dato si attesta in media sotto quota 300.000 da 79 settimane, la serie migliore dal 1970.

Bene le banche, exploit di Mps
A Piazza Affari sono state ben impostate le azioni delle banche. Gli occhi sono stati ancora una volta puntati su Banca Mps, in attesa di novità sul piano di rilancio che potrebbero emergere dal consiglio di amministrazione di oggi. Banco Popolare e Bpm in rialzo nell’attesa del via libera alla fusione da parte della Bce, che da indiscrezioni di stampa potrebbe arrivare oggi.

Focus su Poste in corsa per Pioneer di Unicredit, sotto la lente Anima
Sotto la lente anche le Unicredit , con il mercato che attende di conoscere le mosse dell’ad, Jean Pierre Mustier. Il Sole 24 Ore riferisce che anche Poste Italiane (-1,7%) è in corsa Pioneer, la società di gestione del risparmio da circa 220 miliardi di euro che si appresta a essere venduta dall’istituto di piazza Gae Aulenti. (+0,6%) . Sempre secondo il quotidiano, inoltre, il Ministero dell'Economia potrebbe annunciare di rinviare al 2017 il collocamento del 30% del capitale della società, che inizialmente era previsto per quest'anno. Tra le ragioni della decisione – spiega il quotidiano – c’è la volatilità dei mercati, l’iter di approvazione del DPCM sulle privatizzazione che ancora deve ricevere il parere non vincolante da parte della Camera».

IL TITOLO POSTE ITALIANE DA INIZIO ANNO
(Fonte: Thomson Reuters)

In più, l’operazione è stata cristallizzata proprio in vista di una eventuale acquisizione di Pioneer, operazione da qualche miliardo di euro (Unicredit valuta la società circa 3 miliardi di euro). «Sullo sfondo resta anche la debolezza del titolo – aggiunge Il Sole – che continua a galleggiare sotto il prezzo di collocamento di Ipo» di 6,75 euro per azione. L'eventuale acquisizione di Pioneer da parte di Poste potrebbe farsi sentire anche su Anima Holding, di cui Poste detiene il 10,3% delle azioni. Partecipazione che potrebbe essere ceduta, sempre che i vertici della società non pensino già a un'integrazione con la stessa Pioneer.

Sale Mediaset in vista di novità con Vivendi, deboli Fca e Ferrari
In calo le Mediaset nell’attesa di novità sul contenzioso con Vivendi, dopo il dietrofront del gruppo francese nell’acquisizione di Premium. Il Sole 24 Ore di oggi scrive che Mediaset vuole stringere i tempi sul ricorso contro la società di Oltralpe. Al quartiere generale del Biscione starebbero valutando la richiesta di una procedura d’urgenza per il contenzioso con Vivendi sulla cessione di Premium. Per contro giù le Fiat Chrysler Automobiles e le Ferrari. Sono deboli anche le Campari. Moncler al palo, nonostante i giudizi positivi degli analisti, che hanno incontrato i vertici dell'azienda a Londra, nel negozio che la società del piumino ha inaugurato nei mesi scorsi a Bond Street.

Economia Giappone cresce più del previsto, in Cina salgono le importazioni
In tema di dati macro, oggi è emerso che l'economia giapponese è cresciuta più del previsto nel secondo trimestre: il pil è salito su base annua dello 0,7% contro l’indicazione iniziale di una crescita dello 0,2% della lettura preliminare. Su base trimestrale i dati rivisti di oggi hanno mostrato una crescita dello 0,2%. In Cina è stato registrato in agosto il primo rialzo per le importazioni cinesi dopo 21 mesi consecutivi di calo. Nel dettaglio le importazioni del gigante asiatico sono cresciute dell'1,5% su base annua a 138,5 miliardi di dollari: si tratta di un dato completamente diverso rispetto alle aspettative, che prevedevano un nuovo, seppur leggero ribasso. Le esportazioni si sono invece contratte del 2,8% a 190,6 miliardi di dollari. Così la bilancia commerciale cinese ha segnato una contrazione del 13,6% su anno a 52 miliardi di dollari.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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