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Edizione completa il riassetto immobiliare

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Edizione completa il riassetto immobiliare

  • –Marigia Mangano

Nasce ufficialmente la società immobiliare della famiglia Benetton, Edizione Property. Nel pieno dell’estate è stato varato l’ultimo atto della razionalizzazione del patrimonio di immobili che fa capo alla holding di Ponzano Veneto, Edizione srl. Un’operazione che completa la concentrazione del mattone in capo alla controllata e porta a oltre un miliardo di euro il valore del patrimonio immobiliare.

A fine luglio è stato infatti perfezionato il progetto di scissione di Edizione in Edizione Property. Un passaggio che, come sottolinea il documento rappresenta «la fase conclusiva del complessivo disegno di riordino e razionalizzazione del ramo d’attività immobiliare facente capo ad Edizione». Si tratta, in pratica, dell’attribuzione a Edizione Property di beni immobili che finora facevano capo alla holding e a controllate. Sul fronte puramente contabile le attività scisse hanno un valore di 182,9 comprendenti diversi immobili sparsi in varie città d’Italia e principalmente utilizzati da Benetton group come punti vendita. Nell’ambito della riorganizzazione sono finiti in Edizione Property anche il Fondaco dei Tedeschi di Venezia che di recente è stato oggetto di un importante intervento di ristrutturazione del valore di cento milioni di euro circa e che è stato affittato a Dfs, società del gruppo Lvmh che aprirà un grande magazzino di lusso. Non solo. In pancia a Edizione Property c’è anche il palazzo dell’ex Borsa Merci di Firenze, 5.600 mq di superficie lorda commerciale in una delle strade centrali più frequentate dai turisti, a un passo dalla piazza della Signoria e dal Ponte Vecchio. Il palazzo è stato messo all’asta dalla Camera di commercio di Firenze, con prezzo-base di 60 milioni e l’offerta di Edizione Property, pari a 71,62 milioni di euro, ha prevalso.

Del resto la società immobiliare di Ponzano Veneto, presieduta da Gilberto Benetton e guidata dall’amministratore delegato Giancarlo Bianchi, sembra intenzionata a crescere ancora, attraverso ulteriori acquisizioni. Gilberto Benetton ha già dichiarato in diverse occasioni la strategicità del business. «Dalla fusione tra tutti gli immobili di Benetton Group e di Edizione deriva una entità davvero importante, con proprietà di immobili commerciali nei più bei punti delle principali città internazionali, da Mosca a Venezia per fare due esempi», aveva detto in una intervista rilasciata a Rebubblica in occasione dell’avvio del progetto di razionalizzazione del gruppo. Aggiungendo poi che «nel panorama dei nostri investimenti ci sarà anche un ulteriore sviluppo immobiliare. Ci stiamo già muovendo per valutare acquisizioni, ma anche per la vendita di immobili non strategici, concentrandoci sulle piazze più importanti».

Insomma, nessuna vendita del patrimonio immobiliare, come qualcuno ipotizzava tempo fa. Anzi. L’obiettivo e la strategia è quella di aumentarne la massa critica. Solo in futuro si potrà valutare quale strada seguire per la valorizzazione. E c’è chi non esclude che si valuti un progetto di quotazione o comunque l’apertura del capitale a soci terzi. Proprio l’ultima ipotesi sposa la strada delineata dalla famiglia Benetton ormai da qualche anno. Edizione sta infatti diventando sempre più un fondo sovrano, ovvero un soggetto tendenzialmente titolare di una quota di minoranza nelle partecipate ma in grado, complice la governance, di avere un ruolo importante nella gestione della partecipazione, anche con forti inserimenti nei consigli di amministrazione. Basta scorrere il portafoglio partecipazione di Edizione. Atlantia, la holding del gruppo Benetton che controlla i due aeroporti di Roma e il 70% delle vie a pedaggio italiane, è al centro di un importante riassetto volto ad aprire il capitale della controllate a nuovi soci. Per Autogrill, poi, è nota la volontà della famiglia di studiare una grande alleanza che ridimensionerebbe il peso di Ponzano Veneto. Copione simile per Benetton Group.

Capitolo a parte, invece, merita la liquidità e il futuro impiego. Si tratta di 1,5 miliardi in cerca di “allocazione”. In proposito sarebbero in corso nuovi colloqui tra la famiglia e Fedrigoni, la storica azienda cartaria italiana. Ma altri dossier sarebbero sul tavolo di Edizione.

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