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Il nuovo iPhone fa volare Nintendo

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Il nuovo iPhone fa volare Nintendo

  • –Luca Salvioli

«Questa è certamente una delle migliori conferenze di Nintendo che io ricordi!» ha scherzato qualcuno su twitter nella prima mezzora del keynote Apple dedicato ai nuovi iPhone e Apple Watch.

Il paradosso negli stessi minuti avveniva sui mercati: il titolo Nintendo volava sulla Borsa americana facendo un balzo degno del miglior Super Mario - a Tokyo avrebbe poi chiuso a +13% dopo un massimo di +20% - mentre Apple era sostanzialmente piatta (ieri ha invece ceduto oltre il 2%).

La ragione è che l'arrivo di Super Mario Bros su iPhone è stata l’unica sorpresa. Sull’hardware, viste le dimensioni raggiunte dall’azienda e dai fornitori, il famoso effetto “one more thing” di Steve Jobs è ormai un ricordo: viene anticipato tutto o quasi dai siti specializzati.

Quando invece è comparso sul palco il creatore di Super Mario Bros, Shigeru Miyamoto, c’è stata una specie di standing ovation, in particolare da parte di chi è cresciuto con i videogiochi a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Pochi minuti dopo è stato annunciato l’arrivo dell’app di Pokemon Go su Apple Watch. Anche qui a essere felice è Nintendo (e lo sono ancora di più i suoi azionisti), che viene da un’estate da protagonista per via della Pokemon mania, applicazione realizzata da Niantic - azienda specialista delle realtà aumentata nata l’anno scorso come spinoff di Google - in collaborazione con la società Pokemon. Nintendo è azionista di entrambe e in Borsa nel mese di luglio è salita di oltre il 100% in pochi giorni.

Apple dunque è rimasta sullo sfondo, ma c’è una ragione. La scelta di iniziare il keynote parlando del valore della piattaforma, e nello specifico dei giochi, è strategica: Apple sta cercando di affermarsi non soltanto come azienda di prodotto, che è la sua natura, ma anche come azienda di software e servizi. Specie nel momento in cui le vendite del prodotto top, l’iPhone, rallentano.

La divisione servizi nell'ultimo trimestre è cresciuta del 19% a quasi 6 miliardi di dollari. Da sola vale quasi quanto i 6,2 miliardi di dollari di pubblicità che ha raccolto Facebook nell’ultimo quarter.

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